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La Domenica in Albis

La domenica successiva a quella di Pasqua è denominata tradizionalmente domenica in Albis, secondo la locuzione latina “albis vestibus depositis” ossia è la domenica in cui “le vesti bianche vengono deposte”, poiché legata al rito del battesimo. Nei primi secoli della chiesa, infatti, il battesimo era amministrato (normalmente ad adulti che si convertivano) durante la veglia della notte di Pasqua e i nuovi battezzati ricevevano una veste bianca, segno della vita nuova appena ricevuta. Questi battezzati la portavano poi per tutta la settimana dell’ottava di Pasqua, fino alla domenica successiva, detta per questo “domenica in cui si depongono le vesti bianche”: in questo giorno, i neofiti le indossavano per un’ultima volta.

Il nome di Domenica in Albis (vestibus depostis) è legato al rito del Battesimo

Durante questi giorni i nuovi battezzati, con la loro veste bianca, partecipavano alle cosiddette “catechesi mistagogiche” (o “battesimali”) e venivano così gradualmente introdotti a fare esperienza del Signore nella comunità cristiana. Scriveva S. Giovanni Crisostomo ai neobattezzati: “È infatti un vero matrimonio spirituale ciò che si compie qui. Deducilo dal fatto che, come nelle nozze umane le feste durano sette giorni e si veste l’abito della festa, così anche noi per altrettanti giorni vi prolunghiamo questa festa spirituale, allestendovi la mistica mensa colma di innumerevoli beni. Ma che dico, sette giorni? Queste feste spirituali continueranno per sempre, se voi, restando sobri e vigilanti, conserverete immacolata e smagliante la veste nuziale del battesimo”.

Alla catechesi, nei riti di iniziazione cristiana antica, era così dedicata tutta la settimana che segue la Pasqua; il vescovo sentiva infatti la necessità di accompagnare i neofiti nei loro primi passi e condurli, attraverso le diverse celebrazioni, oltre la soglia del mistero cristiano.

Questa domenica è stata proclamata  Festa della Divina  Misericordia da Giovanni Paolo II  nel 2000, anno giubilare

Il Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti, riformato dopo il concilio Vaticano II, ha voluto recuperare l’antica tradizione della “mistagogia” e ne sottolinea il significato: “Dopo il conferimento dei tre sacramenti di iniziazione, Battesimo, Confermazione, Eucaristia, la comunità insieme con i neofiti prosegue il suo cammino nella meditazione del Vangelo, nella partecipazione all’Eucaristia e nell’esercizio della carità, cogliendo sempre meglio laprofondità del mistero pasquale e traducendolo sempre più nella pratica della vita (Rica, n. 37).

Il culto della Divina Misericordia è legato alla figura di Santa Faustina Kowalska

L’antifona di ingresso di questa domenica riprende le parole di 1Pt 2,2 e dice: “Come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, che vi faccia crescere verso la salvezza. Alleluia”. È una bella e antica antifona che illustra ai nuovi battezzati (e a tutti i credenti!) il senso di questa domenica, perché continuino a nutrire la loro fede, ora che sono finiti i festeggiamenti del loro ingresso nella chiesa: deponendo le loro vesti bianche “esteriori”, prende avvio la loro vita cristiana feriale, in cui devono continuare a portare vesti splendenti e luminose, questa volta “interiori”.


Qui sotto trovate due video che raccontano la storia di Santa suor Faustina Kowalska  e di San Giovanni Paolo II, realizzati in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù 2016, svoltasi a Cracovia.

 

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