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Amami come ameresti te se fossi me (quindi male)

Vocazione è l’azione del chiamare, una risposta in sostanza. Ce lo dice l’etimologia e ce lo dice anche la nostra vita. Non resta che capire chi chiama e chi risponde.

Pensando alla mia vocazione, mi è venuta in mente una canzone di un gruppo “giovane” ma saggio che dice: “E tu amami come ameresti te se fossi me e viceversa. Quindi male e senza capire niente”.

Credo che sia proprio questa la chiave della scoperta della propria vocazione e che distingue le due parti: chi chiama e chi risponde. Come in tutte le relazioni, anche in questa, bisogna saper amare (chiamare) ma anche lasciarsi amare (rispondere).

Rispondere alla chiamata di Dio significa lasciarsi amare fino in fondo, così tanto che non riusciamo a spiegarcelo, in un modo così diverso da come amiamo noi, che a volte diventa difficile riconoscerlo.

Per questo, una vocazione non si comprende mai da soli, ma guidati, perché noi ci sentiremmo amati da Dio così come se Dio fossimo noi e finiremmo per seguire i nostri desideri e i nostri bisogni e non il Suo progetto.

Solo il confronto fraterno, con un amico, con una guida spirituale, ci permette di rispondere a questa chiamata d’amore. In fondo è vero che “chi ama, chiama”.

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