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L’interVista a don Mario Bianchi

don Mario Giuseppe Bianchi
Nato ad Alessandria nel 1978 e cresciuto a Capriata d’Orba.
Dopo la Maturità scientifica, entra in Seminario.
Ordinato sacerdote il 14 giugno 2003, è Incaricato diocesano per Sovvenire dal 2009.

Don Mario, cos’è l’8xmille?

È un sistema di calcolo e di distribuzione di una parte delle tasse degli italiani ed è regolato dalla Legge n° 222 del 1985; prevede che una quota pari all’8 per mille dell’imposta annuale sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), può essere devoluta ad una confessione religiosa o allo Stato in base ad un criterio di democrazia fiscale. Ogni contribuente può scegliere di firmare per la Chiesa cattolica, le confessioni religiose o per lo Stato.

È una forma solo italiana o è presente anche in altri Stati?

Così come è fatta è solo in Italia. La Germania, ad esempio, ha una tassa che varia dal 3 al 9% del reddito personale di chi si dichiara cattolico; è una tassa in più che crea il problema dell’abbandono della fede di alcuni fedeli. La realtà italiana è molto libera da questo punto di vista. Può firmare anche un non credente che, però, apprezza le cose che fa la Chiesa.

Può essere una dimostrazione di supplenza della Chiesa alle carenze dello Stato?

È stato pubblicato un libro nel 2013 dal titolo “L’impegno” in cui il giornalista Giuseppe Rusconi stima in circa 11 milioni di euro gli interventi che la Chiesa fa a favore della società italiana, facendo risparmiare lo Stato attraverso interventi di educazione, cultura e carità.

Soprattutto nella carità la Chiesa è molto presente, anche nella nostra città.

È giusto citare i luoghi intorno a noi per avere degli esempi concreti. Non pensiamo che la carità sia sempre fuori dai nostri ambienti di vita. Dire carità vuol dire pensare immediatamente alla Caritas diocesana che ha diverse strutture e diversi servizi – dalla mensa al dormitorio alla raccolta vestiti all’assistenza del centro di ascolto all’inserimento delle borse-lavoro – che sopperiscono a quello che non riescono a fare, a volte, gli assistenti sociali, con i quali peraltro c’è una buona  collaborazione.

Siamo abituati, da tempo, alle parrocchie e agli oratori come  luoghi deputati all’educazione al sociale e al tempo libero al di fuori della famiglia e della scuola. Un tempo, però, erano supportati da offerte che oggi diminuiscono. Anche l’8xmille può contribuire a venire incontro a queste problematiche?

L’8xmille contribuisce nella costruzione degli oratori; ad esempio l’oratorio e la canonica di S. Paolo in via De Gasperi ad Alessandria è stata realizzata con il 75 per cento delle risorse provenienti dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Poi però c’è il mantenimento e qui interviene la comunità locale perché l’8xmille non sostituisce i fedeli della comunità stessa. L’aiuto arriva in casi particolari e straordinari ma nell’ordinario c’è, ad esempio, il sostegno ad ogni parroco con un contributo mensile, che nella nostra Diocesi è coperto per circa il 70 per cento da fondi dell’8xmille. Quindi, ogni sacerdote non pesa sull’oratorio né sull’attività della parrocchia: anzi magari aiuta l’oratorio, mettendoci qualcosa delle sue risorse personali.

La Chiesa
interviene con
11 milioni di euro nella società

Poi ci sono dei progetti Cei per l’oratorio: ad esempio il concorso “Tutti per tutti”, che unisce l’intento di dare un contributo economico ad un progetto parrocchiale capace di valorizzare l’incontro tra giovani e anziani, anche a livello lavorativo,  offrendo fino a 15.000 euro. Quest’anno, una parrocchia di Roma, con un progetto di apprendistato elettricista e idraulico ha vinto il concorso.

C’è preoccupazione nel futuro per l’ipotetica diminuzione delle entrate dell’8xmille?

Possono diminuire sia per un ridotto gettito fiscale nazionale ma soprattutto per la nostra poca partecipazione alla firma e alla sua promozione. Se crescono di più le firme per altre confessioni religiose o per lo Stato si riducono i fondi destinati alla Chiesa e, di conseguenza, anche le nostre diocesi, parrocchie e oratori riceveranno meno risorse per la pastorale e la carità.

Invito tutti a firmare per
l’8xmille alla
Chiesa cattolica

Allora non dobbiamo lamentarci se le chiese si trovano in difficoltà, anche di carattere strutturale.

I fondi 8xmille spesi per le chiese sono per salvaguardare monumenti e beni culturali lasciati a noi e ai posteri dalla storia e, quindi,  facciamo un servizio al patrimonio nazionale. Evitiamo anche ai fedeli di avere un peso economico impossibile da supportare. Immaginiamo il caso della chiesa di Frascaro dove è arrivato il contributo dell’8xmille: una comunità di 450 abitanti non sarebbe stata in grado di affrontare una spesa di oltre 300 mila euro per mettere in sicurezza la propria chiesa. Questo è un segno di solidarietà verso le piccole comunità.

Don Mario, faccia un invito ai lettori di Voce…

Vorrei invitarli a firmare nella dichiarazione dei redditi nella casella per la Chiesa Cattolica, anche i pensionati non obbligati alla dichiarazione. Basta firmare la scheda per la scelta e portarla qui in Curia e provvederemo a consegnarla gratuitamente all’Ufficio Postale per dare a ciascuno la possibilità di sostenere la Chiesa Cattolica e le sue opere.


L’accoglienza degli ultimi in diocesi

Senza dimenticarci dell’aspetto di chi è indigente fuori dal nostro Paese, soprattutto nelle realtà dell’emisfero sud della terra.
Le parrocchie e i missionari delle Chiese sorelle dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina possono presentare i progetti al Comitato Nazionale della Cei per gli interventi Caritativi all’estero  e vedere finanziate le loro iniziative, le loro attività. Avevo conosciuto un sacerdote dell’isola di Ceylon che mi diceva “noi viviamo come Chiesa in buona parte grazie a quello che arriva dall’Italia”.

Anche l’accoglienza di chi arriva a casa nostra ed ha bisogno di tutto.
Certo. Anche l’accoglienza che la Diocesi ha dato ad alcuni fratelli migranti in questo frangente, ospitandoli al S. Chiara, l’ex seminario di via Inviziati, in collaborazione con la Cooperativa Coompany. La Diocesi ha dato disponibilità di questi spazi grazie al fatto che questi immobili sono mantenuti con fondi 8xmille. Sembra che queste risorse vadano lontano da noi, chissà dove, e invece tornano e sono a noi vicine.

A cura di
Marco Caramagna

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