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«È bello per noi essere qui» – commento al Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco

Commento al Vangelo di Domenica 25 febbraio 2018
II DOMENICA DI QUARESIMA

La seconda di Quaresima si caratterizza come la domenica della Trasfigurazione del Signore. Infatti, “nell’itinerario quaresimale, la liturgia, dopo averci invitato a seguire Gesù nel deserto, per affrontare e vincere con Lui le tentazioni, ci propone di salire con Lui sul monte per contemplare sul suo volto la luce gloriosa di Dio” (Benedetto XVI, Angelus del 4 marzo 2012).

Gesù invita i suoi a salire sul monte: questo luogo, a partire dall’Antico Testamento, simboleggia il posto dell’incontro con Dio ma in questo episodio, come in generale nei vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca), richiama e prepara alla salita del Calvario. L’episodio della trasfigurazione di Cristo è attestato dagli Evangelisti Matteo, Marco e Luca e questo ci fa capire che questo evento occupava un posto importante nella vita e nell’insegnamento della Chiesa primitiva.

Ne sono testimonianze le narrazioni dettagliate dei Vangeli e il riferimento presente nella seconda lettera di Pietro (2Pt 1,16-18). I tre apostoli che hanno assistito all’evento, al Getsemani, saranno testimoni della sofferenza di Gesù. Gli elementi essenziali sono due: la luce e la voce; la luce divina che risplende sul volto di Gesù, e la voce del Padre celeste che testimonia per Lui e invita ad ascoltarlo.

L’evento è collocato nella seconda parte del Vangelo di Marco trai due annunci della passione e tale episodio vuole preparare i tre apostoli, e ciascuno di noi, alla passione come ci ricorda il prefazio proprio di questa domenica: “Egli, dopo aver dato ai discepoli l’annunzio della sua morte, sul santo monte manifestò la sua gloria e chiamando a testimoni la legge e i profeti indicò agli apostoli che solo attraverso la passione possiamo giungere al trionfo della risurrezione”.

Voltandoci verso di Lui troveremo il Suo volto che ci inonda

Queste parole ci rammentano che la trasfigurazione non è solamente legata alla morte di Gesù ma ci apre alla speranza nella risurrezione: la presenza di Mosè ed Elia, la Legge e i Profeti, il volto luminoso con le bianche vesti e la voce del Padre ci dicono che lui è il Messia, Colui che è venuto a portare a compimento la storia della salvezza. In questo brano incuriosisce l’esternazione di Pietro (Mc 9,6) che scaturisce dalla paura dell’evento straordinario e manifesta un modo di pensare molto umano; egli vorrebbe fermare la storia e in qualche modo vorrebbe interrompere il cammino di Gesù verso la croce. Ma non dobbiamo essere schiavi delle nostre paure e con coraggio siamo invitati a guardare e ascoltare il Signore.

Se il Vangelo di domenica scorsa ci invitava alla conversione e a tornare a Gesù oggi dice che voltandoci verso di Lui troveremo il suo volto luminoso che ci inonda di luce come ricorda S. Agostino «Ciò che per gli occhi del corpo è il sole che vediamo, lo è [Cristo] per gli occhi del cuore» (Discorso 78, 2).

A cura di don Andrea Alessio 

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