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Per morire e “rinascere” bisogna prima morire

“Se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede”. Devo confessarvi che queste parole di San Paolo riecheggiano nella mia testa nei momenti di maggiore “sconforto spirituale”. Credo sia la fatica di molti rendersi conto che non sempre è possibile riuscire a “stare dietro” a Gesù, vivere come Lui ci chiede. Benedetto XVI nella Pasqua del 2009 scrive: “Se mediante la Pasqua, Cristo ha estirpato la radice del male, ha però bisogno di uomini e donne che in ogni tempo e luogo lo aiutino ad affermare la sua vittoria con le sue stesse armi: le armi della giustizia e della verità, della misericordia, del perdono e dell’amore”. Il nostro vivere cristianamente è proprio questo: una vita al Suo servizio. A questo proposito mi vengono in mente le parole di una famosa canzone dei Rem che, tradotta in italiano, dice: “Sono io quello messo all’angolo, sono io quello sotto la luce dei riflettori, mentre perdo quello in cui credo, tentando di starti dietro, e non so se se riesco a farcela”. È la sensazione che da qualche anno provo all’inizio della Settimana Santa: non so se riesco a farcela. Il silenzio del Sabato Santo mi blocca il respiro, mi chiedo se quanto sto facendo è davvero ciò che Dio vuole per me, se sono capace di “affermare la sua vittoria”. Ma per fortuna arriva la risurrezione e l’aria torna a riempire i polmoni. Forse non sarò perfetto, ma sono pronto a morire e “rinascere”. Buona Pasqua!

Enzo Governale 
@cipEnzo

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