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L’artista, immagine di Dio Creatore

Quando sono entrato all’interno della Cappella degli Scrovegni (dopo aver lavorato con i ragazzi del progetto «La Bottega di Giotto» su quelle stesse immagini) non volevo credere ai miei occhi. Sono tutti i giorni a contatto con la creatività e pensare che quelle pareti prima di diventare «creatura» erano nella testa di un uomo mi lascia senza parole. Così mi sono chiesto: anche noi che siamo comunicatori siamo creatori? San Giovanni Paolo II nella sua lettera agli artisti scrive: «Chi crea dona l’essere stesso, trae qualcosa dal nulla – ex nihilo sui et subiecti, si usa dire in latino – e questo, in senso stretto, è modo di procedere proprio soltanto dell’Onnipotente. L’artefice, invece, utilizza qualcosa di già esistente, a cui dà forma e significato. Questo modo di agire è peculiare dell’uomo in quanto immagine di Dio». «Per questo l’artista, quanto più consapevole del suo «dono», tanto più è spinto a guardare a se stesso e all’intero creato con occhi capaci di contemplare e ringraziare, elevando a Dio il suo inno di lode. Solo così egli può comprendere a fondo se stesso, la propria vocazione e la propria missione». La creatività è quindi espressione del nostro essere a immagine di Dio, ma questo non riguarda solo gli artisti, riguarda le vite di tutti. Siamo immagine di Dio quando utilizziamo la creatività per cambiare il nostro agire, per modellare la nostra umanità, per «ricominciare» dopo i periodi più neri delle nostre esistenze. Siamo immagine di Dio quando diamo una nuova forma al suo Amore.

Enzo Governale

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