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Projet Coeur de Lourdes.

Voci dall’Oftal: «Andate alla fonte a lavarvi»

Prosegue il percorso alla scoperta delle persone e delle storie dietro al pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Sei giorni, una preparazione lunga un anno fatta non di solisti ma di un grande lavoro di squadra, corale

Mercoledì 4 aprile 2018 si è inaugurato a Lourdes il nuovo percorso dedicato ai pellegrini. Il progetto di valorizzazione degli spazi intorno alla grotta aveva preso il via dopo l’alluvione del giugno 2013 con la costruzione del ponte mobile ed ora si conclude con il restyling dell’area davanti alle piscine. La prima tappa arrivando a Lourdes è sempre la grotta: si accende un cero, si ringrazia o si chiede qualcosa alla Mamma del Cielo, spessissimo si sente il bisogno di una confessione, di un sacerdote che ci aiuti nella conversione. L’Incontro con Dio attraverso Maria rigenera e spinge le folle a sigillare questo cambiamento col gesto evocativo del nostro battesimo: il bagno alle piscine, l’altro cuore di Lourdes, dove un’umanità disparata si riversa in silenziosa attesa. Luana è una colonna della nostra sezione, frequenta Lourdes dal 1977, a casa è la responsabile della segreteria Oftal. Tutti gli anni però, in questo periodo, mette in valigia le ‘ginnastica’ per non scivolare sul marmo intorno alle vasche delle piscine, e poi divisa-medaglia-maglioni-ombrello-giacca-a-vento… e parte ancora una volta per Lourdes, per vivere un’esperienza intima e personale al servizio dell’Hospitalitè.

Immagino tu stia chiudendo le valigie, quando partite? 
Domani, ma le valigie devo ancora farle!

Vorrei che raccontassi della tua esperienza come hospitalièrè in servizio alle piscine.
Sono andata la prima volta nell’83 con Anna Milanoli. Abbiamo iniziato insieme. Lei andava già in piscina in pellegrinaggio. Quell’anno eravamo io e lei sole, avevo ventisette anni, ero la più giovane pisciniera, volevamo fare lo stage e Anna mi ha detto di provare con lei. Non c’ero mai stata.
Ho iniziato da zero. Da allora vado tutti gli anni perché mi dà una carica per tutto l’anno. Il servizio in piscina a me dà molto anche se con le persone gli incontri sono brevi. Una volta con una ragazza tedesca senza una gamba, l’ho aiutata a spogliarsi e poi si è abbracciata al collo piangendo, ed io dietro a piangere con lei… Con Giovanni Paolo II hanno iniziato a venire le polacche e con loro non ci capivano per niente, ma una signora anziana, prima di uscire ha aperto la borsa e ci ha dato ad ognuna un rosario che è quello che uso sempre ancora adesso. Cerco di avere lo stesso approccio con le persone sia sane che ammalate perché tutte devono uscire dalla piscina soddisfatte, contente di aver fatto un buon bagno e di aver pregato bene.

Perché le persone fanno il bagno?
La maggior parte, la prima volta, lo fa per curiosità, ma poi ritornano per fede. (continua nel prossimo numero)

Patrizia Astore

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