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Giornata Mondiale dell’omeopatia – Intervista alla dottoressa Camilli

Medico Pediatra di base ad Alessandria, Sabrina Camilli svolge il suo lavoro presso uno studio di pediatria di gruppo insieme con altre tre colleghe. Si occupa di Medicina Integrata da circa 20 anni. E’ esperta in Omeopatia ed Omotossicologia per le cui discipline è iscritta presso l’Albo relativo presso l’Ordine dei Medici Chirurghi di Alessandria. E’ inoltre esperta di Medicina Funzionale (branca che si occupa dei meccanismi di adattamento allo stress) ed è docente da diversi anni presso l’omonima scuola. Attualmente è presidente dell’Associazione Remedia, costituita da medici, odontoiatri e veterinari esperti nelle varie medicine complementari. Inoltre è Cooperatrice salesiana.

Dottoressa Camilli, martedì 10 aprile si è celebrata la Giornata internazionale della medicina omeopatica. Che significato ha?
«Nel mondo la medicina omeopatica ha un suo posto. Non fa parte solo del bagaglio culturale del passato, ma ancora oggi è tra le più conosciute e usate medicine naturali».

Per quali patologie l’omeopatia può essere una valida risposta?
«Può essere utile sia a livello sintomatico e acuto, sia per migliorare l’equilibrio psicofisico delle persone».

Ci può spiegare?
«Faccio un esempio: esiste un rimedio di origine vegetale, che si chiama Nux Vomica, e che a bassa diluizione è utile in caso di nausea o bruciore di stomaco, e può essere dato tranquillamente anche alle gestanti, che soffrono spesso di questo disturbo».

Che cosa si intende per omeopatia? Quando nasce, e quali base scientifiche può vantare?
«L’omeopatia è una scienza medica che utilizza prodotti di tutti e tre i regni: vegetale, minerale e animale Le sue origini risalgono alla fine del Settecento, quando in Germania il medico Samuel Hahnemann definì le leggi fondanti dell’omeopatia. Suo pilastro è la “Legge dei simili”, che in pratica si esprime così: i rimedi utilizzati se ingeriti a dosi tossiche possono provocare uno o più sintomi fino a vere e proprie malattie. Se invece vengono omeopatizzati, cioè diluiti e dinamizzati (agitati) perdono le loro caratteristiche nocive e diventano sostanze medicinali. La sua caratteristica è quella di utilizzare le sostanze simili alla malattia e non quelle contrarie. Nel rimedio omeopatico ritroviamo la potenza energetica della diluizione ma soprattutto della dinamizzazione, cioè dell’energia che si produce».

Questa legge ha un fondamento scientifico?
«Hahnemann sperimentò diverse sostanze su di sé e sui suoi allievi, riportando i risultati ottenuti, e vide che gli esperimenti erano ripetibili e riproducibili. In pratica, somministrando in particolari condizioni una determinata sostanza si ottenevano sempre i medesimi risultati. E oggi anche la fisica quantistica ne spiega l’effetto».

Va bene, ma stiamo parlando di fine Settecento. E oggi?
«Nel 2016 è uscita l’ultima edizione di ”Low Dose Medicine – Omeopatia Omotossicologia – Le prove scientifiche” dove ci sono ben 296 studi scientifici pubblicati e relativi alle diverse branche della medicina dove l’omeopatia è risultata efficace verso i placebo o i farmaci allopatici».

Come si diventa medici omeopatici?
«Ci sono diverse scuole di omeopatia, alcune accreditate anche dal Ministero della salute. Alcune fanno parte di una medicina più integrata, in particolare delle cosiddette “Cam”, cioè “medicine complementari”. In Toscana, per esempio, esiste l’ospedale “Campo di Marte” a Lucca, dove esercitano medici omeopati. Aggiungo anche che il 18 maggio 2002, a Terni, il consiglio della Federazione Nazionale Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri ha ritenuto l’esercizio dell’omeopatia come un atto medico a tutti gli effetti, insieme con omotossicologia, fitoterapia, agopuntura, medicina tradizionale cinese, medicina ayurvedica, medicina antroposofica, osteopatia e chiropratica».

Perché alcuni medici, più o meno apertamente, sconsigliano l’omeopatia?
«Io penso che la conoscenza e il dialogo siano sempre un ottimo mezzo per aprire la mente. Il rispetto per l’esperienza e il sapere di ogni medico mi porta umilmente
a rispettare idee diverse, ma mi spinge altresì ad ampliare le mie conoscenze in ambito medico. Per i bambini e gli adulti che chiedono la mia consulenza desidero avere nel mio bagaglio culturale, come dico spesso, dalla fionda al bazooka. E con la fionda intendo l’omeopatia, che se ben usata può abbattere il gigante Golia».

Qualcuno a volte ritiene questa medicina come qualcosa di contrario ai dettami della Chiesa…
«Le prove scientifiche confermano la validità dei farmaci omeopatici, oggi registrati anche in Italia come tali, e penso che, in scienza e coscienza, il medico omeopata esperto e credente possa curare il prossimo anche utilizzando l’omeopatia ove possibile, riducendo al minimo gli effetti collaterali che i farmaci tradizionali possono determinare. In ogni caso, qualunque terapia usi, il medico deve ritenersi una piccola matita nelle mani di Dio, come diceva Madre Teresa, mettendo a disposizione tutto il suo sapere».

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