Home / Prima pagina / Granello di senape / Le parole della cura e uno sguardo attento
Pope Francis caresses a baby as he leaves at the end of his weekly general audience, in St. Peter's Square, at the Vatican, Wednesday, May 29, 2013. The rain hasn't stopped Pope Francis. The 76-year-old pontiff, who lost part of a lung during his youth to an infection, got soaked Wednesday as he braved a brief spring shower to kiss babies and greet crowds at his weekly general audience in St. Peter's Square. Zooming around the piazza in his open-air jeep, Francis had no umbrella or cover over him as he made his way through a sea of brightly colored umbrellas, happily stopping to caress and kiss babies handed up to him. (AP Photo/Andrew Medichini)

Le parole della cura e uno sguardo attento

Cari amici, vi comunico che sono sopravvissuto all’incontro di venerdì scorso. Ho provato a declinare la cura in quattro parole che iniziano con le lettere che la compongono: Comunicare, Uomo, Responsabilità e Amore. Comunicazione. Come vi ho raccontato molte volte, nella Chiesa parliamo di Comunicazione Sociale perché al centro del nostro agire «comunicativo» c’è la ricerca di una relazione con l’altro. Uomo. In questo agire, l’uomo è sia mittente che destinatario, elemento fondamentale di una relazione. Responsabilità. Il «responsabile» è (etimologicamente) colui che è chiamato a rispondere. Chiamati da Dio a rispondere alla nostra vocazione di figli di Dio. Facile no? Ma qual è la risposta? Amore. L’amore è davvero l’unica risposta nell’avere cura. A questo punto ho utilizzato le parole del Papa a Torino, che nel 2015 rivolgendosi ai giovani dice: «L’amore è concreto, è più nelle opere che nelle parole. L’amore si dà. […] L’amore ascolta e risponde, l’amore si fa nel dialogo, nella comunione: si comunica». La cura è quindi una pratica che accade in una relazione personale e che nasce dall’interessamento per l’altro. Ma come si mette in pratica? Il segreto è prestare attenzione, consentire all’altro di mostrarmi le sue esigenze, accogliere quello che dice di sé e interpretare le sue necessità. Senza mai essere remissivi. Tenere l’altro nel proprio sguardo è il primo gesto di cura.

Enzo Governale
@cipEnzo

Check Also

24 ore per il Signore: un’esperienza di rinascita

Padre Giorgio Noè: «Sono 24 ore consecutive di adorazione eucaristica e di preghiera, con la …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d