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Economia&Finanza – Le sofferenze bancarie

Le sofferenze bancarie sono quei crediti in sofferenza la cui riscossione non è certa perché i debitori (persone o imprese) sono in situazioni di insolvenza o di grande difficoltà; sono registrate alla Centrale Rischi della Banca d’Italia e danno vita ad una procedura che la banca può intraprendere nei confronti del cliente/debitore. Le sofferenze sono considerate dalle banche una situazione permanente poiché i crediti concessi diventano inesigibili stante una pesante crisi di liquidità e di indebitamento e la banca è costretta ad agire legalmente inviando una comunicazione formale al cliente in cui si richiede la restituzione di tutti i crediti concessi. Per legge ci sono 15 giorni per restituire le somme ricevute e, una volta trascorsi, si provvede ad inviare un decreto ingiuntivo e scatta la revoca dei fidi del debitore e l’impossibilità di attingere liquidità anche presso altri istituti di credito. Da uno studio pubblicato da Unimpresa, riferito a febbraio scorso, si evince che la maggior parte delle sofferenze sono ascrivibili a imprese legate al mattone, su un totale di 127 miliardi di euro di prestiti concessi dalle banche e non estinti dalle aziende. I prestiti non rimborsati legati al mattone ammontano complessivamente a 54,3 miliardi pari al 42,62% del totale (32,9 miliardi dalle costruzioni e 18,5 miliardi da attività immobiliari). Per il comparto dell’agricoltura e della pesca si registrano 5,4 miliardi di sofferenze (4,29% del totale); il settore delle cave e delle miniere (estrazioni minerali) pesa per appena 367 milioni (0,29%). Ammontano a 26,1 miliardi (20,55%), poi, le sofferenze delle attività manifatturiere, mentre le forniture (utility) di energia elettrica e gas valgono 695 milioni (0,55%), quelle di acqua e gestioni rifiuti 790 milioni (0,62%). Un importo rilevante è legato all’automotive, con 21,2 miliardi di sofferenze (16,68%) e si riferisce sia ai concessionari di automobili che all’assistenza post vendita. Per gli altri settori: trasporto e magazzinaggio 3,4 miliardi (2,70%), informazione e comunicazione 1,3 miliardi (1,06%), attività professionali e scientifiche 3,09 miliardi (2,43%). Il turismo incide per 5,1 miliardi (4,03%), mentre il comparto noleggio e agenzie di viaggio conta 2,5 miliardi (2,01%).

Davide Soro

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