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La Recensione – Cose nuove e cose antiche

Prima di assumere uffici diocesani (vicario episcopale per la cultura e canonico teologo del Capitolo metropolitano) ed episcopali (ausiliare del capoluogo lombardo prima e cardinale arcivescovo di Bologna poi), il sacerdote Giacomo Biffi esercitò per tre lustri l’ufficio di parroco in due comunità, prima ai Santi Martiri Anauniani di Legnano (1960-1969) e poi a Sant’Andrea di Milano (1969-1975). Una delle iniziative pastorali a cui tenne molto il futuro presule fu la realizzazione di un giornalino che facesse arrivare anche ai più lontani, in senso sia geografico sia spirituale, un’eco della vita della comunità, «una voce che unisce, un’occasione d’incontro. È il tentativo di dare un’anima al nostro quartiere» (p. 66).  Ora don Samuele Pinna e il professor Davide Riserbato hanno curato la pubblicazione organica di questi interventi con il titolo Cose antiche e cose nuove, edito da Cantagalli (pp 287, euro 18). Davvero interessanti alcune sue considerazioni sulla vita della parrocchia, che non può essere ridotta a erogazione di servizi religiosi ma «deve essere autenticamente comunità. […]. Bisogna però guardarsi da un equivoco: l’autenticità non deve essere ricercata come punto di partenza e condizione prerequisita all’esistenza della comunità. […]. L’autenticità è una direzione di marcia, una meta cui tendere e che non potrà essere totalmente raggiunta se non nella comunità del Regno dei cieli» (p. 83). Insomma, secondo il parroco Biffi si è in parrocchia per diventare sempre più comunità, non perché lo si sia già in partenza. È degno di particolare attenzione anche il resoconto della particolare atmosfera, che negli anni Settanta si respirava già in una metropoli, e che ora sta pervadendo anche i nostri paesini, come l’abitudine – deleteria per la vita sia spirituale sia economica della parrocchia – di passare il week end “fuori porta”, «l’uso invalso del turismo domenicale» (p. 157). Questo libro, oltre alla testimonianza dell’impegno presbiterale del futuro arcivescovo di Bologna, ci offre un notevole spaccato della vita di due parrocchie, che pur risalendo ormai ad alcuni decenni fa, non ha perso la sua spinta di verifica e sprone.

Fabrizio Casazza

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