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Andate in tutto il mondo – commento al Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco

Commento al Vangelo di Domenica 13 maggio 2018
Ascensione del Signore

«Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?» La domanda, che i due uomini in bianche vesti rivolgono ai discepoli, mentre smarriti vedono ascendere al cielo il loro Maestro, risuona (e deve risuonare!) nella nostra mente, nel nostro cuore e nelle nostre preghiere ancora oggi!

Il Signore risorto e asceso al cielo ci esorta, oggi, a non vivere esclusivamente proiettati verso un «oltre», staccati dalla realtà e dal mondo che ci è stato donato e nel quale abbiamo una missione chiara e precisa, ma vivere qui ed ora. Gesù, che ci invita a non preoccuparci di capire sempre i tempi e i modi in cui si realizza il progetto del Padre per noi, «non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere», ci chiede di andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo a ogni creatura e questa missione deve muovere tutta la nostra vita.

Con il verbo andare, il Signore, ci chiede di non pensare mai di essere «già arrivati» nel nostro cammino di fede ma di continuare sempre e comunque a metterci in discussione, di ricercare sempre il volere del Padre e di non rinunciare mai a costruire una relazione autentica con Lui e con il prossimo. In questo nostro misterioso ma affascinante viaggio dobbiamo proclamare a squarciagola il Vangelo… non con la voce ma con la nostra stessa vita!

Proclamiamo a squarciagola il Vangelo con la nostra stessa vita

San Paolo, nella seconda lettura di questa domenica, ci ricorda che ognuno di noi cammina e testimonia la Parola in base ad una vocazione ben precisa alla quale siamo chiamati a rispondere in modo pieno e libero: «Egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo».

Il mistero dell’Ascensione, quindi, ci sollecita, non soltanto a guardare in alto, ma, soprattutto, verso il basso, verso la storia, verso il quotidiano e di farlo già da ora, cercando i segni della Sua presenza che consente a noi e a tutta la Chiesa di predicare la sua Parola accompagnata dai segni, doni di Dio; «essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano».

A cura di don Giovanni Bagnus

 

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