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“…come una Rosa nell’Armadio”: arriva il film

Una commedia sulla famiglia, interpretata da 131 attori di ogni età, tutti rigorosamente non professionisti. Un progetto originale vissuto da una ventina di famiglie della parrocchia di San Siro a Sanremo, nell’ambito di un cammino di fede secondo lo stile proprio dell’Azione Cattolica. Stiamo parlando di “…come una Rosa nell’Armadio” (www.comeunarosanellarmadio.it), un film che sarà proiettato domenica 27 maggio alle ore 16 a Betania, con apericena dalle 19.30 (è gradita la conferma della partecipazione entro il 20 maggio – Antonietta: 339 8661381). Ne parliamo con Giulio Mascarello, uno dei promotori dell’iniziativa, animatore del gruppo Adulti e Famiglie nella sua parrocchia, sposato e padre di tre figli.

Giulio, come è nata questa idea così fuori dagli schemi?
«L’idea è nata durante la programmazione di inizio anno del gruppo famiglie di cui io, insieme con altre tre persone, sono animatore. Si pensava a cosa fare per entusiasmare i partecipanti del gruppo, cercando di coinvolgere tutto il nucleo familiare. Era il 2015, Anno della Misericordia, e, considerando i tanti carismi presenti abbiamo pensato che si potesse davvero fare qualcosa di originale e creativo per affrontare il tema dell’Anno Santo. Ci abbiamo lavorato circa un anno e nel novembre 2016 abbiamo proiettato il nostro film all’Ariston di Sanremo».

Qual è il tema portante del film?
«Gli sceneggiatori, anch’essi appartenenti al gruppo, hanno scelto per la storia il contesto familiare, non solo perché è quello più vicino e vissuto da tutti, ma anche e soprattutto perché è in esso che si gioca la partita decisiva per la formazione umana e di fede di ogni persona. Il tema portante è la misericordia in famiglia, e ci siamo lasciati guidare dalle parole di papa Francesco. Il film percorre con uno sguardo realistico, ma allo stesso tempo con un accento di speranza, le difficoltà della famiglia di oggi e la misericordia che si realizza quando sappiamo guardare la vita con gli occhi dell’altro».

Che cosa è successo dopo il debutto al teatro Ariston?
«Dalla proiezione all’Ariston, con il tutto esaurito, sono accadute un sacco di cose inaspettate. Ci hanno chiamato a Roma a Tv2000 dove abbiamo potuto raccontare la nostra esperienza durante la trasmissione “Il diario di Papa Francesco”. Successivamente siamo stati invitati a raccontare del film anche sul sagrato di piazza San Pietro durante l’incontro nazionale dell’Azione Cattolica con papa Francesco. Poi siamo stati interpellati da molte diocesi per proiettare il film. E fra non molto, il 27 maggio, saremo ad Alessandria».

Come si diventa attori?
«Tutti i membri del gruppo hanno recitato, ma nessuno è un professionista. Abbiamo provato a essere più naturali possibile cercavamo anche di correggerci tra di noi: è stato divertente!».

Siamo curiosi di vedervi all’opera. Che cosa vi ha dato, e vi dà, questa esperienza?
«È stata una bella esperienza, ha consolidato i rapporti umani del nostro gruppo, abbiamo imparato a fare delle cose nuove, ognuno ha potuto esprimere qualcosa di sé… adesso continua a regalarci dei bellissimi incontri con le diocesi e le parrocchie che proiettano il nostro film. È stato anche bello poter fare questa esperienza con i nostri figli».

Protagonista del film è una famiglia in crisi. Come si possono superare le difficoltà in una coppia?
«Non abbiamo ricette da dare, abbiamo raccontato una storia a lieto fine. Quello che i due protagonisti hanno messo in gioco è stata la capacità di guardare l’altro e di mettersi nei suoi panni, di sperimentare un nuovo ruolo all’interno della famiglia anche in un momento di crisi. Non si sono arroccati sulle loro posizioni, ma sono cambiati durante la storia, sono cresciuti. La crisi ha permesso di capire veramente quanto l’altro fosse importante. Quindi la crisi, in questo caso, è un elemento positivo, quasi salvifico».

Andrea Antonuccio

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