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Voci dall’Oftal – Chi assiste i pellegrini?

Continuiamo nel viaggio alla scoperta delle persone e delle storie dietro ai sei giorni del pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Sei giorni, una preparazione lunga un anno fatta non di solisti ma di un grande lavoro di squadra.

Un altro servizio nascosto ma fondamentale per la buona riuscita del pellegrinaggio, è quello del responsabile alberghi. Gigi e Silvana, Marcello, Innocenzo, Mimmo e tantissimi altri sono stati i riferimenti delle centinaia di pellegrini che negli anni si sono recati a Lourdes con l’Oftal. L’anno scorso, per la prima volta, è stata coinvolta Paola Cellerino, dama dal 1979, mamma, moglie e figlia di un altro capo albergo “storico”, Gian Pietro.

Paola, come sei entrata nella famiglia oftaliana?
«Già da ragazza mi interessava il mondo del volontariato e all’epoca mi aveva contattato don Giovanni Semino. Da allora ho fatto 12 pellegrinaggi come dama di refettorio».

L’anno scorso hai ricalcato per la prima volta le orme paterne, come è andata?
«È andata che me lo hanno chiesto perché ne avevano bisogno! Inizialmente non l’ho vissuta benissimo perché mi sarebbe piaciuto il servizio con i malati… non ero molto d’accordo, però nello spirito oftaliano ho accettato questa nuova sfida».

Come ti sei preparata?
«Ho cercato di documentarmi circa il funzionamento degli alberghi e i programmi riservati ai pellegrini per poter essere loro di aiuto. Mi sono consultata anche con mio padre. Lui aveva iniziato anni fa col pellegrinaggio militare ma quando è venuto con l’Oftal, ha sempre fatto servizio come capo albergo. Mi è stato fornito l’elenco dei pellegrini e a Lourdes ho subito cercato di fare la loro conoscenza per la sistemazione nelle camere e per eventuali esigenze. Sono entrata nell’ottica che i pellegrini devono essere seguiti al pari degli ammalati perché il pellegrinaggio è comunitario. Ho anche studiato, perché ho accompagnato in visita nei luoghi di Bernardette. È stata sicuramente un’esperienza arricchente pur essendo diversa dal servizio in refettorio a contatto con gli ammalati che avevo sempre fatto».

Che differenza c’è con la guida turistica?
«Questo è un servizio che va inteso come dedizione completa al pellegrino alla pari di altri servizi. Con lo spirito Oftal si possono gestire sia il lato delle visite che il lato religioso. Se fossimo stati affiancati da un sacerdote anche per noi il servizio sarebbe stato più costruttivo e completo. Bisogna arrivare a dare ai pellegrini la stessa attenzione che si dà ai malati improntando al cammino religioso e spirituale richiesto dalle persone che vengono a Lourdes. Alcune volte non sono ammalate fisicamente ma spiritualmente e giungono nel posto dove è apparsa Maria alla ricerca di un aiuto».

Patrizia Astore

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