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Rendere visibile l’invisibile è il compito dei giovani

Oggi vorrei confidarvi una cosa. Stare con i giovani è senza dubbio uno dei regali più grandi che Dio mi abbia mai fatto. La settimana scorsa si è concluso il percorso di Pastorale Giovanile e Vocazionale “Io, tu, Egli. La grammatica del Servizio” realizzato per i giovani educatori e gli animatori “più grandi” delle parrocchie. Durante l’ultimo incontro (di quattro) abbiamo affrontato il tema della preghiera e della vita spirituale. Siamo partiti da una delle difficoltà più grandi dei giovani (e non solo), ovvero dall’inconsistenza fisica della spiritualità e della presenza di Dio, chiedendo di farla “materializzare” scegliendo una fotografia (tra le molte a disposizione dei ragazzi) che li potesse aiutare a descrivere la propria vita spirituale. Nell’ascoltare le loro risposte ho potuto constatare che ciascuno di loro aveva un’idea molto chiara del proprio cammino e ho pensato: beati loro! Siamo poi passati a un gioco molto interessante. I ragazzi avevano il compito di sostenere contemporaneamente un hula hoop con il dito indice e lentamente appoggiarlo a terra. Questo piccolo gesto ha messo in risalto quanto sia difficile agire all’interno di una comunità perché ciascuno “partecipa” con i propri tempi, le proprie forze e la propria sensibilità, diversi da tutti gli altri. A quel punto anche per me tutto è stato più chiaro. Dio si mostra attraverso i fratelli, che sono immagine stessa di Dio, e se proprio dovessi trovare delle somiglianze scommetterei che è un Dio giovane.

Enzo Governale 
@cipEnzo

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