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La Testa e la Pancia – I Grigi nell’era dei social network

Il progresso non si può fermare: oggi i social sono diventati lo strumento di Dio (non ce ne voglia il nostro Editore) ma anche, un pochino, del diavolo. Certo, perché attraverso i social sono possibili scambi di informazioni e di commenti senza precedenti nella storia dell’umanità, idonei a creare fonti di dibattito e libertà di discussione e di opinione come forse mai prima a memoria d’uomo. I social, però, sono anche una sorta di infernale mattatoio nel quale le vite umane finiscono nel tritacarne e, spesso e volentieri, una persona può vedersi pubblicamente annientata. Cosa c’entra tutto questo con le vicende della nostra amata squadra di calcio? Tutto e niente dal momento che i social sono uno dei terreni di incontro/scontro delle opinioni dei tifosi, i più pacati ma anche i più esagitati e quindi, spesso e volentieri, una cartina di tornasole di quella pancia cui fa riferimento il titolo della nostra rubrica ma anche un’ottima palestra di esercizio di quella testa che non deve mai cessare di essere ascoltata, specie nei momenti di maggiore tensione. Queste sono settimane molto calde per la pancia, settimane in cui si pensa che dietro la sbandierata politica dei giovani del presidente Luca Di Masi ci sia invece il p r i m o tentativo, da cinque anni a questa parte, di contenere veramente i costi e, soprattutto, di ridimensionare i suoi da sempre ambiziosi obiettivi. Ecco quindi che molti tifosi hanno iniziato a pensare al peggio ed ecco che qui la razionalità interviene a soccorrere e a placare gli animi più bollenti, sì, ma da una parte come dall’altra. Nello specifico, puntare anche sui giovani è certamente una mossa di buon senso: puntare solo sui giovani potrebbe essere invece un grave errore dal momento che una squadra vincente si costruisce sempre con un sapiente mix di tutti i necessari ingredienti: esperienza e gioventù, qualità e sacrificio. Ne tengano conto i tifosi, per evitare di prendere affrettate posizioni ma ne tenga conto anche Di Masi, per evitare l’ennesima rivoluzione.

Silvio Bolloli

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