Home / Scuola / Ma che me ne faccio del latino?

Ma che me ne faccio del latino?

“Che me ne faccio del latino-no-no-no-no/Se devo dire pane al pane-ne-nene-ne/Se devo dire vino al vino-no-no-no-no/Che me ne faccio del latino-no-nono-no/È un osso duro per me/Sapete perché lo devo studiar/Ma non lo posso parlar/Non sono un cretino/ Ma sempre in latino prendo tre”. Questo cantava Gianni Morandi nel 1963. Eppure, quella stessa lingua, eterna dannazione di liceali immersi tra le pagine del dizionario Castiglioni-Mariotti, perduti nella consecutio di Tacito, riemerge dalle ceneri come l’Araba Fenice rischiando di diventare materia di colloqui di assunzione. Ma assunzione, beninteso, non presso Biblioteche o Musei, ma Aziende multinazionali o Società di Consulenza, che oggi vedono nel «latinorum» di don Abbondio l’arma migliore del «Problem Solving», cioè il passepartout per dipanare le questioni più complesse. A dirci questo sono le due professoresse del Liceo Classico Saluzzo-Plana di Alessandria più convinte dell’equiparazione del latino alle lingue moderne, Paola Massucco e Paola Lucarno, al punto da averne ottenuto la certificazione collaborando con la Cusl (Consulta Universitaria di Studi Latini) dei prof. Andrea Balbo e Massimo Manca, l’Università di Alessandria con il prof. Luigi Battezzato, e l’Ufficio Scolastico Regionale nella figura della prof.ssa Morello con l’intento comune di promuovere lo studio e la valorizzazione delle lingue classiche. La certificazione pone il Latino al pari degli esami First, Esol, Ielts e Toefl o Goethe. Le due insegnanti stanno già raccogliendo i frutti di una battaglia che solo in Piemonte ha portato una nutrita pattuglia di oltre duecento studenti piemontesi (72 solo nell’alessandrino) all’iscrizione per l’ottenimento del Cll, acronimo che sta per Certificato di competenza della Lingua Latina, utilizzando le scale e i livelli di conoscenza previsti dal quadro di riferimento europeo per le lingue moderne. Ma dobbiamo dimenticarci le odissee con il vecchio dizionario e le versioni di Cicerone. La certificazione sulla conoscenza della Lingua latina (che assegna per ora un attestato da A1 a B2) si sta diffondendo a macchia d’olio negli atenei italiani e anche stranieri, dalla Germania all’Olanda. Il gruppo di lavoro costituito presso l’Urs e del quale Lucarno e Massucco fanno parte ha preparato una serie di prove che il 10 aprile ha sottoposto agli studenti interessati delle scuole secondarie di secondo grado. Non sono stati previsti testi da tradurre, almeno per quanto riguarda i primi tre dei quattro livelli della certificazione (A1, A2 e B1), ma esercizi che servono a dimostrare di aver capito o meno un testo. Il Latino, dunque, tutt’altro che lingua morta.

Paola Massucco

Check Also

Mensa scolastica, partono le iscrizioni online

Scuola Le iscrizioni online per il servizio di refezione scolastica, in vista dell’anno scolastico 2023/2024, …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

%d