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Il sogno dei porti aperti dell’Europa unita

Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, che ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla condizione di milioni di rifugiati e richiedenti asilo. E soprattutto invita a non dimenticare mai che dietro ognuno di loro c’è una storia che merita di essere ascoltata. Tema attualissimo, perché proprio in questi giorni si sta parlando molto della nave Aquarius. Per poter provare ad avere un’opinione oggettiva, ho provato a “separare le parti”: da un lato la scelta politica (rischiosa) del Ministro dell’interno, dall’altra l’Unione europea che fatica a sentirsi “comunità”. Salvini ha preso una decisione discutibile, ma certamente non inaspettata. L’Aquarius non è un barcone e la situazione era monitorata dalla Guardia costiera: così è stato necessario attendere che qualcuno tra Grecia, Spagna e Francia si facesse avanti, altrimenti l’Italia avrebbe dovuto aprire i porti, perdendo così la sua scommessa politica. E poi l’Europa. La Francia che accetta solo migranti “non economici”, ha espresso il suo ribrezzo per questa scelta. La Spagna (che ha accolto la nave Aquarius) è il Paese europeo più vicino all’Africa, ma anche quello che ha costruito una rete di 12 chilometri per bloccare i migranti dal Marocco. Non si fanno scommesse politiche sulle persone, non è evangelico, ma gli Stati europei devono cambiare stile per poter diventare Europa. Spero che da questa vicenda possa nascere una nuova accoglienza europea.

Enzo Governale
@cipEnzo

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