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AUGSBURG, GERMANY - DECEMBER 10: Alfred Finnbogason of Augsburg runs with the ball during the Bundesliga match between FC Augsburg and Hertha BSC at WWK-Arena on December 10, 2017 in Augsburg, Germany. (Photo by Alexander Hassenstein/Bongarts/Getty Images)

La Testa e la Pancia… in Russia – Lo sport rivoluzionario

Molti anni fa, un mio cugino alessandrino, emigrato in Brasile negli anni immediatamente successivi alla fine della Seconda guerra mondiale, che aveva fatto fortuna a San Paolo (dove ancora vivono i suoi i figli e i suoi nipoti), mi aveva descritto entusiasticamente le gesta di un pilota italiano nel ventennio tra le due guerre mondiali, il toscano Carlo Pintacuda: costui era certamente una figura minore rispetto ad assi come Achille Varzi e Tazio Nuvolari, ma era divenuto celeberrimo in Brasile per avere conquistato un difficilissimo Gran Premio sul “Circuito del Diavolo” di Rio de Janeiro a bordo di un’Alfa Romeo a otto cilindri. Addirittura c’erano canzoni che avevano celebrato quell’impresa; sì, perché nel 1938 un pilota europeo che al volante di un’auto vinceva una gara in Brasile era considerato come una sorta di marziano in un Paese all’epoca incredibilmente povero e arretrato. Cosa c’entra Pintacuda con Lozano, il messicano che ha matato la Germania, o con Finnbogason, l’eroe islandese che ha bloccato sull’1-1 l’Argentina del pluridecorato Messi? Tutti e tre ci fanno capire quanto lo sport possa essere incredibilmente democratico, anzi, talora rivoluzionario nel rovesciare le posizioni dominanti e nel portare sugli altari i più umili, e quanto anche i più umili abbiano bisogno di eroi. Pintacuda non era brasiliano ma fu visto dai brasiliani come una specie di Dio: Lozano e Finnbogason possono, per i rispettivi connazionali, rivestire un ruolo analogo a quello di un Davide che, anche nell’ipertecnologico villaggio globale del 2018, non ha paura di sfidare Golia. Qualche volta lo ferma, qualche volta, addirittura, lo sconfigge. È chiaro che non sarà sempre così, e che magari questi Campionati del Mondo vedranno il successo di qualche Nazionale super blasonata, ma che l’inizio sia stato in controtendenza rispetto ai pronostici più accreditati è già un bel segnale di sport puro rispetto ai business multimilionari.

Silvio Bolloli

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