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Chi non è contro di noi è per noi – commento al Vangelo

Dal Vangelo secondo Marco

Commento al Vangelo di Domenica 30 settembre 2018
XXVI domenica del Tempo Ordinario

Il Vangelo di Marco ci presenta Gesù che parla ai discepoli, mentre prosegue il cammino verso Gerusalemme. Nel brano di questa domenica, Giovanni si fa avanti e con tono sicuro dice: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». Nel libro dei Numeri è riportato un episodio analogo accaduto agli inizi del cammino del popolo d’Israele. Giosuè è informato che due uomini qualunque, non facenti parte del gruppo dei settanta responsabili d’Israele e senza avere un apposito mandato, si sono messi a profetizzare. La sua reazione è immediata. Corre preoccupato da Mosé per chiedergli che impedisca ai due di parlare.

Mosé risponde al giovane e zelante capo: «Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore dare loro il suo spirito!» (Num 11, 29). Quel che preoccupa Giosuè, Giovanni e gli altri discepoli è il proprio gruppo e la propria istituzione, o meglio, il proprio interesse, la propria sicurezza. Ma non è questo il pensiero di Gesù. Ben più largo è il cuore di Gesù, e senza confini è la sua misericordia per i deboli e i poveri. Con decisione perciò Gesù risponde a Giovanni e agli altri: «Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi, è per noi».

La felicità sta nel dare la propria vita per gli altri

Il bene viene sempre da Dio. La Chiesa è custode di questa verità evangelica, e deve predicarla con forza. Non dobbiamo rattristarci, come l’apostolo Giovanni, se vediamo che altre persone non facenti parte del gruppo scacciano i demoni. Tutti dovremmo gioire del bene che vediamo nel mondo, da chiunque viene compiuto e in qualunque parte viene realizzato. Le parole durissime che Gesù pronuncia nella seconda parte del brano evangelico sottolineano qual è la via del discepolo: «Se la tua mano, o il tuo piede, o il tuo occhio ti scandalizzano, tagliali… è meglio entrare monchi nel regno di Dio, che essere gettati sani nella Geenna». Essere di “scandalo” vuol dire far inciampare e cadere; o comunque non sostenere chi è debole e bisognoso di conforto. Noi pensiamo che la felicità stia nel conservare se stessi, nel non perdere mai nulla.

Al contrario, dice Gesù, la felicità sta nello spendersi per il Vangelo, nel dare la propria vita per gli altri.
L’amore per gli altri chiede sempre qualche taglio, esige sempre qualche rinuncia: si tratta di cambiamenti da attuare negli atteggiamenti e nel cuore. Muoviamo i nostri piedi sulla via del Vangelo e saremo testimoni dell’amore di Dio. Così daremo un senso alla vita e comprenderemo quanto dice Gesù: «Chi vuol salvare la propria vita la perde; chi perde la sua vita per il Vangelo la ritrova».

A cura di monsignor Vincenzo Paglia

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