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Vescovo Guido: «Noi stiamo con il Papa Preghiamo per la Chiesa»

Con un gesto davvero eclatante, papa Francesco ha invitato i fedeli di tutto il mondo a pregare ogni giorno il Santo Rosario durante il mese mariano di ottobre. L’intenzione del Santo Padre è quella di chiedere alla Madonna e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo che, come ha detto lo stesso Pontefice nell’omelia a Santa Marta dell’11 settembre scorso, «gira per il mondo cercando come accusare». Abbiamo chiesto al nostro vescovo Guido di aiutarci a comprendere meglio la richiesta del Santo Padre.

Eccellenza, che cosa ci sta chiedendo il Papa?
«Il Papa ha detto quello che vediamo tutti: esistono problemi di unità nella Chiesa. L’ho scritto anch’io nella mia Lettera pastorale, “Un solo corpo”. A me pare che adesso si sia oltrepassato il limite della decenza e del vivere evangelico. Siamo in un momento problematico di attacco alla Chiesa e al Papa, e noi sappiamo che gli attacchi al Vicario di Cristo servono a spaccare la Chiesa. Magari qualcuno non lo fa per questo scopo, ma alla fine si va a parare lì. Il diavolo, cioè “il divisore”, cerca di spingere in questo senso sapendo, come dice la locuzione latina “Divide et impera”, che così comanda lui. E allora il Papa ci ha chiesto di pregare, perché in queste cose l’agire vale fino a un certo punto, ma il pregare è la cosa più importante di tutte. Oltretutto, pregare di solito porta con sé anche un agire».

Il Papa ha chiesto di pregare per la sua persona?
«Il Papa ha chiesto di pregare per la Chiesa, perché sa vedere oltre. L’attacco personale lo lascia anche cadere, come è successo un sacco di volte. Finché si tratta di un attacco a lui, chiaramente rimane dispiaciuto, ma nel suo Ministero i chiodi, tanto nelle mani quanto nei piedi, arrivano sempre, non si possono evitare. Il punto del Papa è che vede il rischio della divisione, vede che ci sono soggetti inclini alla divisione. Faccio un esempio personale. Quest’estate ho incontrato una persona che mi ha detto: “Io sto con quel prete lì” e non con il Papa. Questa è la divisione. “Quel prete lì” dice che le uniche Messe valide sono le sue. Secondo lui, io quando celebro non consacro? È impressionante che uno che fa affermazioni di questo genere trascini con sé dei seguaci. Sono idee completamente assurde, ma c’è chi gli va dietro. Il Papa vede che il popolo di Dio si divide, o rischia la divisione, e chiede di pregare. Vorrei dire allora una parola chiara e definitiva: noi stiamo con il Santo Padre. Non perché prendiamo la parte di Francesco, di Benedetto o di Giovanni Paolo II… ma perché è il Papa!».

Eccellenza, perché si recita il Rosario?
«Perché se tu vuoi far pregare il popolo di Dio, la preghiera più popolare è il Rosario. È semplice, lo possono dire tutti, a tutti i livelli. Se tu dici: “Recitiamo il Rosario”, la gente che si sottrae a questo è veramente poca».

Non è che il Papa, chiedendo di pregare per l’unità della Chiesa, ci aiuta anche a scoprire l’unità di noi stessi, della nostra famiglia e della nostra comunità?
«Certo che sì! Chi fa un servizio per la Chiesa scopre che questo fa bene a lui, ancor prima che agli altri. Quindi chi si adopera per l’unità scopre che gli fa bene, gli è utile. Non si va mai “in perdita”: è bellissima questa economia di Dio».

Uno dei motivi per cui il popolo di Dio rischia di essere confuso è legato anche agli scandali emersi di questo ultimo periodo rispetto a presunte omissioni o “coperture” su preti pedofili. Qual è il giudizio ragionevole, realistico e da adulti su questa vicenda?
«Vicende opache ce ne sono state, certo. Alcune poi bisognerebbe valutarle bene, perché in realtà come siano andate le cose non lo sappiamo. Quello che è certo è che noi le cose non le facciamo mai completamente bene; non appartiene all’uomo la perfezione dell’agire, non appartiene all’uomo l’indefettibilità. Quindi l’uomo è sempre soggetto a migliorare: “Ecclesia semper reformanda”. Io sono dell’idea che dobbiamo lavorare per fare le cose al meglio. Papa Francesco, come anche papa Benedetto XVI, ha sempre cercato di farlo e ha iniziato una lotta “al coltello” contro la pedofilia. Sono convinto che per quanto riguarda il Santo Padre queste cose siano più pretesti per attaccarlo che realtà. Lui è una persona estremamente immediata, e non ha alcun motivo per “coprire” qualcuno».

Qual è adesso il nostro compito?
«Il vescovo semplicemente non fa che rilanciare la richiesta del Papa attualizzandola alla nostra realtà. Quindi io chiedo che in ogni parrocchia, in ogni comunità si reciti quotidianamente il Santo Rosario per il dono dell’unità e perché i piani del diavolo vengano annullati. Una cosa molto semplice. So bene che nella maggior parte delle parrocchie molti dicono già il Rosario. Ecco, chiedo questa attenzione: che in questo mese dedicato al Rosario, il mese di ottobre, ci sia l’intenzione di preghiera quotidiana per l’unità della Chiesa».

Andrea Antonuccio

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