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La testa e la pancia – Meglio fasciarsi la testa che rompersela

Quando le cose non vanno molto bene, sovente, si assiste a differenti reazioni e, in particolare, si osserva una duplicità di risposte tra coloro i quali lanciano, forse affrettatamente, grida d’allarme e quelli che invece tendono a minimizzare nella convinzione che il panico non serva a nulla e che le cose potrebbero rapidamente aggiustarsi.

Questo è, più o meno, quello che sta accadendo attorno all’Alessandria Calcio nel corso delle ultime settimane e non ne costituisce eccezione il relativo habitat giornalistico: nello specifico, alcuni (e il sottoscritto ne fa parte a pieno titolo) già da tempo denunciano le lacune di una squadra con una rosa di livello medio-basso ed i conseguenti rischi che potrebbero verificarsi; altri, invece, osservano come anche l’ultima sconfitta di Chiavari, contro una formazione titolata quale è la Virtus Entella, debba essere relativamente ben digerita tenuto conto del fatto che per quasi 80 minuti i Grigi hanno tenuto testa a una compagine da Serie B.

Chi ha ragione e chi ha torto? Fin troppo facile, in casi del genere, rimarcare come la verità stia nel mezzo: in questo caso, invece, vorrei spezzare una, forse due, lance a favore della linea a cui ritengo di appartenere poiché credo che gli allarmismi, a questo punto della stagione, non siano affatto inutili né gratuiti, ma debbano invece servire ad aprire gli occhi sulle prospettive di un campionato che potrebbe addirittura rivelarsi drammatico se la società non correrà ai ripari o se l’allenatore non dovesse trasformare i suoi mediocri giocatori in autentici campioncini di categoria.

Mi spiego: avere perso le ultime due partite subendo una media di tre goal a match ed essere ancora agli inizi del momento più difficile del campionato – un periodo che terminerà solamente con la fine dell’anno solare e che vedrà, oltretutto, molte altre competitor dell’Alessandria recuperare parecchie partite perdute – non è una prospettiva per nulla allettante poiché i Grigi potrebbero, nel volgere di appena poche settimane, trovarsi a rasentare i bassifondi della classifica del loro girone. È quindi indispensabile mantenere alta la concentrazione ma soprattutto acquisire piena consapevolezza di essere di fronte ad una squadra non da promozione ma da salvezza (si spera) e che quindi dovrà necessariamente badare a difendersi e a vendere cara la pelle ad ogni partita. Intanto, mentre cerco di dare una forma presentabile a questi pochi pensieri, rifletto sul fatto che l’Alessandria deve ancora disputare l’insidiosa trasferta di Vercelli il cui risultato sarà invece già ben noto al mio lettore nel momento in cui mi starà leggendo e quindi penso che lo stesso contenuto di questo corsivo potrebbe essere considerato privo di fondamento oppure quasi profetico.

Da tifoso, spero nella prima alternativa…

Silvio Bolloli

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