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Alessandria racconta – Eliso Rivera e il ciclismo

Venerdì 3 aprile 1896, dalla fusione del settimanale La Tripletta e della rivista Il Ciclista, nasce a Milano la Gazzetta dello Sport. Come sottotitolo reca appunto le testate dei due fogli di origine fondati rispettivamente dall’alessandrino Eliso Rivera (conosciuto anche con lo pseudonimo di Eliseo delle Roncaglie) e da Eugenio Camillo Costamagna. In quel periodo lo sport, e in particolare il ciclismo, inizia ad assumere una forte rilevanza sociale, e un numero sempre maggiore di appassionati desiderano avere notizia delle imprese dei loro beniamini.

Rivera, classe 1865, è un avvocato penalista del foro di Alessandria, stregato sin da bambino dal fascino della bicicletta. D’altronde proprio nella nostra città si registra la prima presenza di un velocipede grazie all’intraprendenza del giovane Carlo Michel, che nel 1867 gira tra i viali con un strano marchingegno a pedali: un cycle Michaux acquistato all’Esposizione Universale di Parigi. La passione per le due ruote è subito contagiosa: nel 1886 viene fondato il Circolo Velocipedistico Alessandrino. Due anni più tardi, viene costruito, in una zona allora periferica, il primo velodromo italiano ad avere le curve sopraelevate; al nuovo quartiere verrà in seguito attribuito il nome “Pista”. Un altro importante riconoscimento Alessandria lo ottiene nel 1898 quando viene scelta come sede dell’Uvi, l’Unione Velocipedistica Italiana. Nel maggio dello stesso anno, Eliso Rivera, di idee socialiste e impegnato nella difesa dei lavoratori, viene accusato di aver preso parte alla sommossa popolare soffocata nel sangue dal generale Bava Beccaris.

Arrestato, viene scarcerato dopo ventidue giorni. Decide però di non rientrare alla direzione del giornale in quanto sospetta di essere stato oggetto di delazione da parte di uno dei suoi collaboratori. Ritorna così a svolgere la professione forense e nel 1901 contribuisce a costituire nella nativa Masio la “Casa del popolo”, sede di una cooperativa per lo scambio di prodotti agricoli e assistenza ai contadini. Terminata la grande guerra, emigra in Argentina dove riprende l’attività giornalistica. A Cordoba dirige La Vittoria, poi a Buenos Aires dà vita alla rivista settimanale la Gazzetta degli Italiani e infine accetta la direzione del giornale L’Italia del Popolo. Tornato in Italia per ragioni di salute, muore a Milano nel 1936. All’interno del Museo ACdB (l’acronimo sta per Alessandria Città della Bicicletta), che ha sede presso Palazzo Monferrato, in via San Lorenzo n.21, è possibile apprezzare, tra i tanti importanti cimeli, anche la scrivania appartenuta a Eliso Rivera, oltre ad alcune riproduzioni della celebre Gazzetta da lui diretta che allora veniva stampata su carta verde e costava cinque centesimi.

Mauro Remotti

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