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Alessandria racconta – La favola del pastore Gelindo

La «Favola del pastore Gelindo» è una sacra rappresentazione (“divota cumedia”) in vernacolo che viene recitata nel periodo natalizio al teatro San Francesco di proprietà dei frati minori cappuccini. Il testo utilizzato – scritto dal teologo Carlo Testone di Casteggio e intitolato «Il pastore Gelindo…ossia la natività di N.S.Gesù Cristo» – risale agli anni Venti del secolo scorso. La tradizione orale è però molto più antica, probabilmente legata ai misteri medievali francesi (“mystères”) volti a trattare temi biblici in lingua volgare per diffonderli più facilmente. Il protagonista principale della storia è ovviamente Gelindo, un pastore burbero ma buono d’animo, che viene sempre raffigurato con l’agnello sulle spalle, il cappello in testa, il gilet, i calzoni alla zuava, la “cavagna” al braccio e la piva musicale. Per obbedire al censimento ordinato dall’imperatore Ottaviano Augusto, deve lasciare a malincuore la sua casa in Monferrato. La partenza avviene non senza difficoltà, poiché Gelindo dimentica sempre qualcosa ovvero torna ripetutamente suoi propri passi per impartire raccomandazioni alla moglie Alinda. Da questo suo bizzarro comportamento deriva il detto «Gelindo ritorna». A un certo punto, per magia, si ritrova dalle parti di Betlemme dove incontra Giuseppe e Maria che aiuta a trovare una capanna per fermarsi. Gelindo avrà anche il grande privilegio di essere il primo a visitare il Bambino Gesù appena nato. Accanto a Gelindo si muovono altri folcloristici personaggi: il figlio Narciso, il cognato Medoro, oltre a Barba Mafé e Tirsi, rispettivamente un vecchio e un giovane garzone. L’utilizzo del dialetto alessandrino: «con le sue espressioni gergali, colorite ed efficientissime nel definire le situazioni, i sentimenti, le convinzioni radicate ed indiscutibili espresse dai personaggi», come sottolinea Agostino Pietrasanta, caratterizza ancora di più l’anima popolare dell’opera. Momento molto atteso dal pubblico è la businà, inventata da Domenico Arnoldi (uno dei più grandi interpreti di Gelindo), che passa in rassegna, con la tipica ironia mandrogna, i principali eventi nazionali e locali accaduti nell’anno ormai trascorso. Tra i tanti appassionati alla divota cumedia rientrava anche Umberto Eco, il quale amava spesso ricordare che da ragazzo aveva interpretato la parte della Madonna. Per assistere all’edizione di quest’anno (la 94esima) non resta quindi che attendere la sera del 25 dicembre nella quale Gelindo porgerà a tutti gli alessandrini i suoi migliori auguri “ad bon Nadàl”!

Mauro Remotti

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