Nell’articolo di Avvenire pubblicato mercoledì ho parlato dell’incontro con Christine Ferber che, in un paesino dell’Alsazia, confeziona a mano le sue confetture che rivende in tutto il mondo. A vent’anni anche lei sentì il richiamo della città e si trasferì a Parigi, ma nel 1980 decise di tornare al suo paese per produrre i migliori dolci del mondo, con il pensiero che forse il mondo sarebbe arrivato fino a lei. Ed è successo proprio così. Il dialogo con Christine mi ha fatto riflettere su quale paese voglia disegnare la politica odierna. Amministrare un paese significa guardare le forze culturali e sociali che vivono al suo interno, molte delle quali sono nelle periferie. Vorrei lanciare una provocazione: se prendessimo come modello da rispettare e incentivare proprio il paese con la sua storia, il senso integrale di famiglia e di comunità? Perché è in quel terreno fertile che può nascere il genio. Dopo avere assaggiato la perfezione delle confetture di Christine ne sono convinto.
Paolo Massobrio