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Il punto di vista – San Riccardo Pampuri

Il 1 novembre 1989 Riccardo Pampuri (1897 – 1930), dell’Ordine dei Fatebenefratelli, è stato canonizzato dal papa San Giovanni Paolo II e quest’anno si festeggia il Giubileo in sua memoria indetto dalla Diocesi di Pavia e dalla Parrocchia di Trivolzio dove sono custodite le spoglie del Santo. I Fatebenefratelli, per questa particolare occasione, hanno dedicato il calendario 2019 all’Asilo Notturno San Riccardo Pampuri, un’istituzione Onlus nata negli anni Ottanta da uno slancio caritativo. All’inizio si volle rispondere ai bisogni delle persone senza fissa dimora che passavano le notti nella stazione di Brescia, offrendo loro coperte e bevande calde. In seguito alcuni di questi bisognosi accettarono di entrare in un locale all’interno della struttura ospedaliera dell’IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) per avere un letto, un pasto caldo, la possibilità di una doccia e del cambio della biancheria. Inoltre, con l’aiuto di molti volontari e degli obiettori di coscienza, furono inseriti in un programma d’inserimento sociale e lavorativo.

L’Asilo notturno ha collaborato e ancora collabora con le altre istituzioni del territorio: la Caritas, le parrocchie e il Comune di Brescia per creare la necessaria rete d’interventi a favore di chi vive realtà di povertà ed emarginazione. Attualmente la sede della struttura è in altra località della città. Fin da giovanissimo, un amante del prossimo, si è dedicato in particolare ai poveri e agli ultimi e dopo 36 anni ancora è lì, accanto a loro a testimoniare la sua fede. Si chiama Angelo ed è un Fatebenefratello: Angelo di nome e di fatto, con quel suo sorriso che conquista tutti ed è sempre al lavoro. Il primo novembre 1982 è nato a Brescia l’Asilo Notturno San Riccardo Pampuri e nel calendario, mese di novembre, è scritto “Un giorno con fra Angelo, all’Asilo Notturno San Riccardo Pampuri” e pare proprio di vederlo in certi momenti. “… Qualcuno lo ha visto anche in cima ad una tettoia a ripulire i coppi… Sempre un passo avanti… Instancabile, sempre con un pensiero per tutti e con il desiderio di condividere il cammino con tutti coloro che lavorano all’interno della struttura”. Ma chi è San Riccardo Pampuri per cui vale la pena di lavorare con tanta gioia e passione? Ecco alcune notizie.

Nasce a Trivolzio (Pavia) il 2 agosto 1897 e muore a Milano il 1 maggio 1930. Decimo di undici figli, a tre anni, è orfano di madre, Angela Campari, e nel 1907 gli muore anche il padre, Innocenzo. È accolto dagli zii materni a Torrino, frazione di Trivolzio. Frequenta il liceo e in seguito s’iscrive alla facoltà di medicina presso l’Università di Pavia, laureandosi con il massimo dei voti, il 6 luglio 1921. È nominato medico condotto a Morimondo (MI) dove diventa prezioso collaboratore del Parroco. Nel 1927 diventa religioso e trasforma l’esercizio dell’arte medica in missione di carità. A Brescia entra nel noviziato dei Fatebenefratelli ed emette la professione religiosa il 24 ottobre 1928. Gli è affidato il gabinetto dentistico. Si ammala e nella primavera del 1929 la sua salute peggiora in seguito alla tubercolosi. Il 18 aprile 1930 è trasferito nell’Ospedale dei FBF a Milano dove muore il primo maggio. È proclamato beato e poi canonizzato da San Giovanni Paolo II, nella festività di tutti i Santi, come scritto all’inizio di questa cronaca.

Una vita breve portata avanti per 33 anni, come il suo Maestro Gesù Cristo. “La sua è la storia di un uomo eccezionale, di quelli che riescono nell’eccezionalità di cesellare la propria vita fino a farne il capolavoro che voleva il Creatore. In un mondo dove, dopo il peccato originale, fare il male è fin troppo facile ed è difficilissimo fare il bene, lui è di quelli di cui nessuno si accorge, ma il cui albero di senape sboccia rigoglioso dopo che il seme è morto. Molti personaggi di primo piano passano nel dimenticatoio due giorni dopo essere usciti di scena. Altri, pochi, emergono dopo la morte, perché Dio non permette che la loro lucerna resti sotto il moggio. Sono i Santi. Essi ci mostrano Dio…” (Da “Fra Riccardo Pampuri” di Rino Cammilleri, cap. 1 ‘Correva l’anno’).

Adriana Verardi Savorelli

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