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Vescovo Guido – Quello è il lenzuolo in cui è stato avvolto il corpo di Cristo

Eccellenza, domanda secca: la Sindone è vera o no?
«In base a studi e letture che ho fatto, trovo che sia altamente probabile che sia vera. Per “vera” intendo dire una reliquia di Cristo, non solo un’immagine: quello è il lenzuolo in cui è stato avvolto il corpo di Gesù».

Qual è l’elemento che la convince di più?
«Tranne il Carbonio 14, mi convincono gli elementi scientifici e storici, gli elementi che riguardano il tessuto e i pollini, gli elementi anatomici, come il sangue e le proporzioni, nonché i dettagli della flagellazione e crocifissione. Fino ai dettagli di carattere numismatico!».

Ma la Sindone non potrebbe essere il sudario di un altro condannato?
«No, non esiste un altro condannato che ha subito questo supplizio: prima la flagellazione, e poi la crocifissione».

Che cosa risponde a chi sostiene la datazione con il Carbonio 14, effettuata sulla Sindone nel 1988?
«Da matematico, ho vissuto in modo piuttosto sconcertato e scandalizzato il procedimento tenuto dagli scienziati che hanno realizzato la prova. Prima di tutto, perché non è stata una prova “cieca”, nel senso che i tre campioni di tessuto analizzati erano diversi come trama, e si capiva molto chiaramente quale fosse quello della Sindone. In secondo luogo, perché in realtà gli scienziati non hanno fatto la prova indipendentemente, ma ciascuno ha atteso il risultato di chi lo procedeva. Non solo: alla terza sperimentazione è stato invitato un pastore protestante, strenuo oppositore della Sindone, per fare le riprese della prova. Questa è una cosa che di scientifico ha veramente poco! Infine, mi permetto di criticare il punto esclamativo scritto sulla lavagna dagli scienziati (vedi foto a lato, in basso). È un punto esclamativo “enfatico”, un atteggiamento da tifosi che scientificamente non è corretto. Se abbiamo fatto fare la prova ad altri per un senso di imparzialità, questo senso è stato gravemente violato dagli scienziati. Senza contare che il risultato del carbonio 14 potrebbe essere stato “falsato” dai danni provocati alla Sindone da diversi incendi».

Il cardinal Anastasio Ballestrero, arcivescovo di Torino nell’anno dell’esame con il Carbonio 14, nel 1997 denunciò un complotto massonico per alterare i risultati e “pilotare” i risultati. Lei che ne pensa?
«Mah, non ne ho idea. Io posso solo giudicare scientificamente i fatti. E vedo elementi di grave perplessità riguardo alla prova del Carbonio 14. Il perché abbiano agito così e le dietrologie mi lasciano abbastanza indifferente. A me interessa il dato storico.».

Quanto “pesa” la Sindone sulla sua fede?
«Qualcosa di molto prossimo allo zero, probabilmente. Nel senso che la mia fede è nata attraverso altri percorsi, molto più esistenziali. La Sindone è un oggetto di devozione che mi richiama alla realtà e alla tangibilità di alcuni eventi, e che mi può colpire e aiutare emozionalmente. Come quest’estate, quando l’abbiamo contemplata con i giovani a Torino, prima di recarci a Roma dal Papa. La trovo estremamente toccante, un rimando a un messaggio evangelico che va approfondito, e che comunque mi è arrivato attraverso un’altra strada. È una conferma, non la motivazione, della mia fede».

Che cosa la colpisce di più della sofferenza di Cristo, così com’è “fotografata” sul Sacro Telo?
«La narrazione della passione nel Vangelo lascia tanti sottintesi che richiedono approfonditi studi teologici. La Sindone invece con l’immediatezza dell’immagine fa cogliere una serena maestà, che è l’atteggiamento di qualcuno che ha governato, e non subìto, una situazione estrema come la tortura e la morte».

Che cosa ci può dire, oggi, la Sindone?
«Questo telo ha sempre parlato molto al cuore degli uomini. Mi ricordo che quando ero parroco di sei parrocchie con 1.800 abitanti ho organizzato un pellegrinaggio a cui parteciparono 300 persone, su sei pullman. A me ha colpito molto questa risposta fortissima della gente, che si era mossa per andare a visitare la Sindone sopportando anche qualche disagio. Era un desiderio vero, reale».

Andrea Antonuccio

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