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Parlar male di chi ci sta a fianco. Senza riconoscerlo

Don Bosco passava spesso da Alessandria con il treno, per andare a trovare i suoi salesiani sparsi per l’Italia. Durante un viaggio di ritorno verso casa, nel 1883, alla stazione di Alessandria, nuovi viaggiatori salirono nello scompartimento di don Bosco, di ritorno da Pistoia. Uno dei passeggeri incominciò “a parlar male di Don Bosco, dicendo che era un avaro e che ammucchiava danari con l’ingannare i gonzi”. Il dialogo che ne seguì , venne riportato nelle Memorie Biografiche: – Scusi, fece Don Bosco, lei conosce Don Bosco? – S’immagini, se lo conosco! Sono torinese e l’ho visto spesse volte. – Eppure io non credo che Don Bosco abbia tutti quei danari che lei dice. – Sì, sì; i suoi fratelli son divenuti ricchi. – Perdoni, ma Don Bosco aveva un fratello solo. […] Quand’ecco a Felizzano affacciarsi allo scompartimento il barone Cova, che, visto Don Bosco: – Oh Don Bosco – esclamò salutandolo e facendo per intrattenersi familiarmente con lui. I viaggiatori diedero in una risata e quel tale tutto confuso balbettava parole di scusa. Don Bosco sorridendo gli rispose: – Desidererei darle un consiglio, e sarebbe di non parlare mai male di nessuno o almeno guardar prima bene chi le sta vicino. Potrebbe darsi che quello stesso con cui parliamo, sia proprio colui del quale laceriamo la fama. Il meglio però si è parlar sempre bene di tutti e, non potendo parlar bene, tacere”. Gli alessandrini vogliono molto bene a don Bosco, ma talvolta accade che “senza conoscere chi ci sta vicino” ne parliamo male o lo trattiamo male. Don Bosco è stato il primo a garantire i diritti ai giovani della sua epoca. Questo è bene saperlo.

Enzo Governale
@cipEnzo

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