Il Collegio Santa Chiara è aperto dal 1° settembre 2018 e gli studenti universitari hanno effettuato il loro ingresso esattamente un mese dopo. Per un totale di 22 posti letto tra stanze singole e doppie, che al momento sono tutte occupate. Viste le frequenti richieste, dal prossimo 1° aprile partiranno i lavori di ristrutturazione di un secondo lotto della struttura, che consentiranno per il nuovo anno accademico di offrire una disponibilità di almeno 40 posti letto in totale. Di questo, e della visita del rettore dell’Università del Piemonte Orientale Gian Carlo Avanzi, abbiamo parlato con la direttrice del Collegio, Carlotta Testa.
Carlotta, cos’è successo giovedì 14 marzo nel Collegio Santa Chiara?
«Giovedì scorso il rettore magnifico dell’Università del Piemonte Orientale è venuto in visita al nostro Collegio. Per la prima volta ha potuto vedere di persona questo importante progetto, che è diventato realtà».
Parliamo del progetto, allora.
«L’Upo e la città di Alessandria da alcuni anni si trovavano nella necessità di creare posti letto per gli studenti fuori sede. La sede universitaria di Alessandria è in crescita, e per questo la diocesi, attraverso il pensiero del nostro vescovo, ha cercato di rispondere a questa necessità, sfruttando l’occasione per farne un progetto pastorale. Il Collegio universitario non è una residenza o un affittacamere, ma un collegio. Come dice la parola, si vive all’interno di questa struttura secondo i criteri e i valori della comunità».
Di quali valori parli?
«Il Collegio ha un progetto educativo per gli studenti residenti, volto non solo a favorire le loro competenze didattiche ma anche, e soprattutto, a sostenere la loro crescita in questo periodo così speciale della vita. Il nostro progetto educativo intende favorire la condivisione, la convivenza, il reciproco rispetto, la crescita personale e l’accoglienza dell’altro».
Come si fa a vivere tutto questo?
«Come direttrice ricordo sempre a chi collabora con il Collegio che chi lo abita non è mai un numero, ma è un nome. Desidero, infatti, che al centro dell’attenzione stia il rapporto con lo studente, chiamato a rispettare le regole del Collegio e a vivere seriamente la propria carriera universitaria. Per sostenere questo processo, la vita in un ambiente comunitario di relazioni autentiche non può che essere uno strumento a suo favore. In Collegio i problemi, le difficoltà, le fatiche, ma anche ovviamente gli aspetti positivi, vengono vissuti insieme».
Fai tutto questo da sola?
«Ovviamente no, sarebbe impossibile! Oltre alla mia figura, un altro riferimento fondamentale è il vice direttore, Antonio Lizzadri. Altrettanto importante è poi l’équipe educativa che settimanalmente incontra gli studenti e si occupa di una proposta formativa. Infine, tutto il personale e i volontari della struttura che ormai da alcuni mesi sono strumenti indispensabili per il suo funzionamento».
Tra poco ci sarà un’importante inaugurazione…
«Stiamo eseguendo i lavori di ristrutturazione di quello che in origine era il refettorio. Se tutto procederà secondo i programmi, entro un mese inaugureremo la mensa del complesso Santa Chiara a disposizione degli studenti universitari, ma anche aperta al pubblico e alle scuole. È un altro tassello importante di questo ambizioso progetto».
Alessandro Venticinque