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La testa e la pancia – Dal Moccagatta ad Anfield Road

Che cos’hanno in comune il mitico Stadio di Alessandria, da decenni dedicato ad uno storico dirigente dell’Orso dal cognome forse non particolarmente accattivante (ma pieno di significato non solo per gli amanti dei colori grigi) e la fortezza del Liverpool? A parte il fatto che le ultime squadre che ci hanno messo piede ne sono uscite a dir poco con le ossa rotte – e poco importa che si chiamino Albissola o Barcellona – questi due impianti, e soprattutto le formazioni che hanno l’onore di averli come casa, ci hanno ricordato, una volta in più, la bellezza del calcio anche in epoche di mega-ingaggi, scandali scommesse e doping mai del tutto svelati. Già, perché nell’impresa del Liverpool e in quella dell’Alessandria, sia pur fatte le debite – e di non poco conto – proporzioni, c’è vera- mente tanto in comune: la bellezza di un traguardo raggiunto quando nessuno, neppure il più audace, ci avrebbe scommesso un centesimo bucato. Per il Liverpool, la meta insperata ha rappresentato un poker di reti inflitti ad una delle squadre più forti del Mondo, che ha per leader il miglior giocatore del Pianeta quanto a talento puro senza subire neppure un goal. Per l’Alessandria, con una nidiata di giocatori onesti ma non certo fenomenali, e a conclusione della regular season della peggior stagione dell’era Di Masi, il risultato è stato quello di potersi giocare ancora una volta gli spareggi per la promozione in Serie B quando qualcuno, solo quest’inverno, non riteneva del tutto peregrino un rischio retrocessione (non mi vergogno a dirlo, io ero uno di quelli). Ecco quindi che lo sport, una volta in più, si rivela veicolo capace di trasmettere in- credibili emozioni e straordinario maestro di vita nella capacità di far com- prendere agli esseri umani quanto l’impossibile, o perlomeno l’improbabile, possano diventare realtà lavorando onestamente e contando solo sui propri mezzi. Poi, sia chiaro, il cammino, sia per l’Alessandria che per il Liverpool, è ancora agli inizi, e la guerra ben di là da terminare, ma quanta gloria c’è stata in queste battaglie!

Silvio Bolloli

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