«Sono intervenuto personalmente, è stato un gesto disperato». A parlare così è l’elemosiniere del Papa, il cardinal Konrad Krajewski, che sabato scorso ha riacceso la luce in un palazzo occupato in via di Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, da 400 persone al buio e senza acqua calda dal 6 maggio. Tra loro, anche un centinaio di bambini. Gli abusivi avevano accumulato oltre 300 mila euro di debito, e così la società che eroga l’energia ha staccato la corrente e messo i sigilli al contatore. Krajewski, appena rientrato dal campo profughi di Lesbo (dove ha donato un assegno di 100 mila dollari), è giunto nel palazzo nel pomeriggio, ha portato regali ai bambini e ha promesso che se entro le 20 non fosse stata ripristinata la corrente nello stabile l’avrebbe riallacciata lui stesso. E così è stato. La replica di Matteo Salvini: «Conto che l’elemosiniere del Papa paghi anche i 300 mila euro di bollette arretrate». Pronta la risposta del cardinale polacco, che si assume tutte le responsabilità: «Se ci sarà da pagare la bolletta da 300 mila euro, raccoglieremo i soldi e pagheremo. Ma Salvini, mi chiedo, è il ministro delle bollette? Dell’elettricità? Perché parla di queste cose invece di occuparsi dei migranti?».
Tags Cardinal Krajewski Elemosiniere papa Francesco parentesi prima pagina Roma
Check Also
24 ore per il Signore: un’esperienza di rinascita
Padre Giorgio Noè: «Sono 24 ore consecutive di adorazione eucaristica e di preghiera, con la …