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Cristo vive anche oggi. Ma dove?

L’EDITORIALE DI ANDREA ANTONUCCIO

Care lettrici, cari lettori, «Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!». Cristo vive: in latino, “Christus vivit”, il titolo dell’Esortazione apostolica di papa Francesco pubblicata il 25 marzo di quest’anno, successiva al Sinodo sui giovani del 2018. La frase virgolettata è il punto numero 1 dell’Esortazione: il Santo Padre parte diretto: «Cristo vive». Non in una immaginazione fervida, in un messaggio teologicamente corretto o in un ricordo pio: Cristo vive, qui e ora.

«La più bella giovinezza di questo mondo»: così lo definisce Francesco. Vale certamente per i giovani, ma credo valga anche per me: anzi, ho idea che più si va in là con gli anni, più si può verificare (e apprezzare) la promessa di “eterna giovinezza del cuore” che la presenza di Cristo, riconosciuta e amata nella Chiesa, assicura al povero di spirito. Il povero di spirito, cioè il santo: non il superuomo che non sbaglia mai e dice sempre la cosa giusta; ma l’innamorato di Cristo, colui che veramente sperimenta quel “centuplo quaggiù” di cui spesso noi (insieme con qualche sacerdote) ci dimentichiamo. Uno di questi “innamorati di Cristo” è stato sicuramente Aldo Gastaldi “Bisagno”, capo partigiano di cui recentemente è stata aperta la causa di beatificazione. Qui in prima pagina c’è la nostra intervista al nipote: leggetela, perché lì si capisce come Cristo, presente e operante anche nelle avversità della guerra, vive ancora oggi. Ma dove? Nella realtà.

Andrea Antonuccio
direttore@lavocealessandrina.it

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