Home / Rubriche / La Testa e la Pancia / Bandiere e… banderuole

Bandiere e… banderuole

LA TESTA E LA PANCIA

Francesco Totti lascia la Roma: uno dei tanti addii nel calcio

Una delle notizie che ha colpito maggiormente l’opinione pubblica pallonara nostrana, nel corso delle ultime settimane, è stata senza dubbio l’addio del “Pupone” Francesco Totti alla Roma sulla base del fatto che gli sarebbe stato impedito di svolgere serenamente il proprio lavoro di manager e quindi di contribuire alla crescita e al buon andamento della squadra per cui aveva speso l’intera carriera agonistica. La risposta, da parte della società, non si e fatta attendere e ha avuto un contenuto completamente diverso rispetto agli strali lanciati dall’ex capitano: secondo i massimi dirigenti del club della Lupa, infatti, le motivazioni di Totti sarebbero state un mero pretesto dal momento che gli sarebbe stata lasciata ampia autonomia nell’ambito di ruolo di elevatissima responsabilità e sarebbero forse state preludio di un tentativo di cambio di proprietà.

Allo stato attuale non è ancora chiaro dove stia la verità e, personalmente, spero con tutto il cuore che abbia ragione Totti non per una presa di posizione negativa nei confronti dell’attuale proprietà italo-americana della Roma quanto perché, nella seconda ipotesi, la bandiera si trasformerebbe repentinamente in banderuola al servizio di mere manovre di palazzo per consegnare il timone del club da una mano all’altra. Mi vengono in mente altri illustri esempi: quello di Giancarlo Antonioni che con dignità e basso profilo ha speso un’intera vita al servizio della Fiorentina, quella di Gigi Riva nel settore tecnico della Nazionale ma anche quella di Long John Chinaglia, indimenticabile bandiera della Lazio, poi prestatosi a bassi intrighi finalizzati ad escludere Lotito (e non andati a termine) che lo avevano costretto addirittura ad una condizione di latitanza, preludio di una prematura scomparsa.

Long John Chinaglia

Ecco, essere bandiera è molto importante, significa rappresentare un simbolo destinato a durare nel tempo e a far da riferimento ai tifosi ma del mondo di oggi la tentazione di diventare banderuola per poter cavalcare un cavallo vincente troppo spesso può risultare prevalente. Intanto, una bandiera che certamente non è banderuola e l’ex capitano dell’Alessandria Fabio Artico che dovrà, di contro, vincere ben più ardue scommesse: quella di dimostrare di poter fare dietro la scrivania non meno bene di quello che combinò, con indimenticato successo, sul rettangolo erboso.

Silvio Bolloli

Check Also

Grigi a Vicenza per l’ultima gara dell’anno

Per mister Pirozzi tanti assenti, tra infortuni e giocatori sul mercato. Venerdì alle 20.45 avversari …

%d