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Incontri in periferia

Il Vangelo e la biro

Alla periferia della città di Nain due cortei si incontrano. Gesù con il suo seguito di discepoli e gente comune sta entrando in città; una donna vedova, in lacrime, sta uscendo per accompagnare nel suo ultimo viaggio verso la tomba l’unico figlio. La donna non chiede nulla a Gesù. Forse, piegata dal dolore, neppure si accorge del suo passaggio. Le lacrime di quella madre non lasciano, però, Gesù indifferente. Si lascia coinvolgere dal dolore di quella vedova: si avvicina, le parla, tocca la bara, ridona la vita a quel giovane. Gesù, in questo episodio, è spinto da una compassione quasi viscerale. Sarà, nel vangelo di Luca, lo stesso sentimento che spingerà il samaritano a fermarsi a soccorrere il malcapitato al bordo della strada e che descriverà l’emozione del padre che accoglie a casa il ritorno del figlio che pensava perduto. In questo tempo, dove quasi ci si fa vanto della cattiveria, la compassione, sta diventando sinonimo di debolezza. Riscopriamola, invece, per far sì che il nostro modo di guardare sia meno frettoloso e indifferente. Lasciamoci commuovere quando incontriamo una sofferenza, una pena. “La capacità di compassione è diventata la pietra di paragone del cristiano, anzi dell’insegnamento di Gesù”.(Francesco, Angelus del 14 luglio). L’umanità che abbiamo dentro si è, forse, solo dispersa: incamminiamoci sulla strada che conduce a riconoscere il valore infinito di ogni persona.

Roberto Massaro

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