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Il “nostro” poeta popolare

Alessandria racconta

Ricordando Sandro Locardi e la sua satira dialettale

Prosegue la galleria di ritratti dei più rappresentativi autori dialettali alessandrini, iniziata sul numero 33, con Gianni Fozzi.

Alessandro (Sandro) Locardi nasce nel Canton di rus, uno dei rioni più popolari di Alessandria. La mamma proviene da una famiglia di fabbri, mentre il padre fa il calzolaio in via Brescia. Sandren alle elementari ha un maestro d’eccezione: il futuro sindaco Nicola Basile. Nel corso della vita svolge disparati mestieri: operaio, ciabattino e, infine, gestore della bottega di Biagio Baldi all’angolo tra via Guasco e via Padova.
All’inizio degli anni Ottanta, raggiunta la meritata pensione, può finalmente dedicarsi alle composizioni in vernacolo, all’inizio utilizzando il retro dei calendari ovvero la carta dei manifesti. Nelle sue opere – scritte sempre rigorosamente a mano in stampatello con un pennarello nero – prevalgono i toni dell’ironia e della parodia nei confronti di persone e ambienti cittadini, ma anche la profonda nostalgia per l’Alessandria di una volta. Grazie alla collaborazione con l’amico Tony Frisina, le sue poesie trovano presto collocazione in alcune raccolte.

La sghiaròla (1989), sicuramente la più nota, è divisa in sei parti: la città, personaggi caratteristici, la gente, caratteri, parlando d’altri tempi e industria… commercio… artigianato. Tra le tante bellissime liriche ivi contenute si distingue Al mar an fond al Crist, musicata da Eugenio Del Santo, in cui sogna di veder comparire il mare al termine del quartiere Cristo. Seguiranno: Fat an là… (1995), Gajoud dal Paradis (1997) e A scòla con Gajoud (1998) e l’inedito Puvi ad steili (2007-2008). Durante il Carnevale pubblica una businà che fustiga in modo divertente i personaggi politici cittadini. Da qualche anno la declamazione della tradizionale satira dialettale è stata affidata a Gianni Pasino. Fonda e dirige la Compagnia Teatrale della “Sghiarola” che coinvolge parecchi interpreti tra cui Massimo Brusasco, Ferruccio Reposi e Nucci Sambuelli.

Diversi suoi lavori, quali la piccola saga di Belinda e Clarisa, mogli chiacchierone e insoddisfatte della vita familiare, vengono pubblicate sul Piccolo. Secondo Franco Castelli: «Locardi, più che poeta dialettale può essere definito a pieno diritto poeta popolare nel senso che esprime […] proprio la dialettalità spontanea, senza mediazioni della gente del popolo, dialettofona e illetterata, esterna alla cultura scolastica e intimamente legata alla comunicazione orale». Sandren scompare nel mese di marzo del 2010 all’età di 85 anni. A Sandro Locardi, insieme a Gianni Fozzi, è dedicato il concorso letterario riservato a opere in dialetto alessandrino “A suma tüc Gajóud”, organizzato dall’associazione Alessandria in Pista, la cui serata finale si terrà sabato 19 ottobre, alle ore 21.00, al Museo Etnografico “C’era una volta” in piazza della Gambarina, 1.

Mauro Remotti

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