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Antonio Silvani

Alessandria racconta

Alla scoperta del “Fozzi prosatore”

Antonio Silvani nasce ad Alessandria nel 1948. Studia scienze biologiche all’università di Pavia, dove inizia a partecipare alle attività goliardiche sino ad assumere la carica di Pontifex Maximus dell’Aga (Associazione goliardi alessandrini) con il nome d’arte di Hildebrandus Aracnicus. Lavora come manager in diverse aziende nazionali e multinazionali per diventare in seguito consulente di marketing, formazione e addestramento. Dall’ambiente lavorativo trae ispirazione per un romanzo noir: La convention. La personalità esuberante, arguta ed eclettica gli consente di spaziare su un’ampia gamma di interessi, a cominciare dalla politica: prima segretario della Gioventù Liberale di Alessandria, poi consigliere comunale e, infine, vice presidente della Circoscrizione Europista. Cultore e studioso del dialetto alessandrino, dedica al vernacolo locale diverse pubblicazioni: U disiunàri du dialët Lisandrén (con prefazione di Umberto Eco); A vìgh-ti cùl fümaró (2002); Va ‘ndónda ch’ut mònda Ratàs (2005); Da ‘na ciaciaràda au Ròtary: el prufesión (2007). Secondo Sergio Garuzzo, autore del volume Poeti in piemontese della Provincia di Alessandria, Antonio Silvani potrebbe essere definito: “un Fozzi prosatore (Fozzi è infatti il suo riferimento), che pone più marcatamente l’accento sull’aspetto goliardico della dialettalità”.

Socio fondatore dell’associazione «Alessandria in Pista», è l’ideatore del concorso letterario dialettale «A suma tüc Gajoud» intitolato a Gianni Fozzi e Sandro Locardi. Piacevole intrattenitore di tante manifestazioni culturali, le impreziosisce grazie alla consueta verve e alla puntuale conoscenza della parlata locale. Antonio ama profondamente gli animali, in particolare i gatti. E proprio ispirandosi all’adorata gatta Camilla, ogni anno prepara il libretto “Lo sa il gatto”, una raccolta di battute, arguzie e pillole di buonumore, che consegna personalmente, in occasione del Natale, agli amici più cari. Collezionista accanito di piccoli oggetti (accendini, portachiavi, bustine di zucchero e diversi altri ancora), si diletta a preparare artigianalmente un liquore alla liquirizia Licur a la rigulisia che simpaticamente reca un piccolo aforisma mandrogno: Béivi e mangè, nenta vója ‘d travajè… Antonio si spegne prematuramente nel 2016. Gli amici di Alessandria in Pista hanno dedicato alla sua memoria un premio speciale del concorso Fozzi-Locardi.

Mauro Remotti

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