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Luca Di Masi e Silvio Berlusconi

La testa e la pancia

Il progetto dell’ex presidente rossonero sta portando in alto il Monza

Domenica, nell’entrare allo Stadio “Brianteo” di Monza, ma forse sarebbe meglio dire nel vivere lo Stadio “Brianteo”, ho provato un senso di frustrazione e al tempo stesso di ammirazione pensando a quello che Berlusconi (con il contributo di Adriano Galliani) sta costruendo in Brianza e a quello che Di Masi ha cercato di costruire in questi anni ad Alessandria. Sia ben chiaro, lo scopo di questo modesto corsivo non è certo quello di criticare Di Masi sottoponendolo a un improbabile confronto con un uomo molto diverso da lui quale Silvio Berlusconi quanto individuare qualche utile spunto su cui la società alessandrina potrebbe cercare di lavorare per avere prospettive migliori di quanto non siano stati i risultati conseguiti nel corso delle recenti annate (sia pur, sia ben chiaro, del tutto lusinghieri e comunque ai più alti livelli espressi dal calcio mandrogno negli ultimi quarantacinque anni).

Procediamo per ordine: Berlusconi, dopo avere vinto tutto il vincibile alla guida del Milan è ripartito con molta umiltà da una società di terza serie che è praticamente la società di casa (sia la sede di “Mondadori” che quella di “Mediaset” sono a un tiro di schioppo da Monza), ha subito costruito una formazione di alto livello (secondo me non più forte dell’Alessandria di Braglia) affidandola a un tecnico ancora acerbo ma con solide esperienze in Serie A, Cristian Brocchi. Tutto il “Brianteo” parla dello stile dell’ex cavaliere, dalle fotografie in cui lo stesso spicca sorridente in mezzo ai giocatori, al ricchissimo buffet con succhi di frutta, vini bianchi, piatti caldi e freddi (tutto rigorosamente gratuito!), alla suggestiva scritta: “È romantico” che campeggia in Sala Stampa come a dire che le cose della vita si fanno non solo con la testa ma anche col cuore (e in questo Luca Di Masi ne ha dato fulgido esempio). Ma allora, se, gigantografie e buffet a parte, Di Masi ha dimostrato di non essere meno sognatore di Berlusconi e di non avere minori capacità di allestire una squadra competitiva, e fermo restando che il Monza è sì capolista con ampio margine ma non ha ancora vinto il Campionato, che cosa manca o è mancato all’Alessandria fino a ora per raggiungere quell’agognato traguardo che quasi certamente la capolista brianzola porterà a casa alla fine della stagione?

Fabio Artico, ds dei Grigi

Ad avviso di chi scrive una sola cosa: la pianificazione e la capacità di lavorare su un piano pluriennale tenendo a bada l’impazienza di voler ottenere tutto e subito (che è ciò che ha forse impedito al nostro patron di costruire una piattaforma duratura). Sia ben chiaro, quanto precede corrisponde a una specifica convinzione di chi scrive che potrebbe tranquillamente essere smentita dai fatti ma sono intimamente convinto che i successi non si costruiscano soltanto cercando di ottenere sempre il massimo ma, talvolta, avendo anche soltanto la pazienza di attendere che il seme piantato dia i propri frutti senza affrettarsi a cambiare coltura.

Silvio Bolloli

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