Da Bologna ad Alessandria le piazze si riempiono. Sono una soluzione?
L’Italia intera è rimasta a bocca aperta, chi per meraviglia e chi per sgomento, davanti alle piazze piene di Sardine. Chi sono? Perché protestano? E cosa faranno? Erano tanti, tantissimi, il 14 novembre in Piazza Maggiore a Bologna dove tutto è iniziato: i quattro organizzatori Giulia, Andrea, Roberto e Mattia hanno creato il gruppo Facebook “6000 sardine” e hanno deciso di ritrovarsi in piazza. Mai si sarebbero aspettati di essere in 15 mila. Poi Modena, Rimini, Firenze, Genova e Torino, per citarne alcune. In piazza a protestare, per cosa? «In primis per andare contro la politica molto violenta degli ultimi anni» ci dice nell’intervista qui accanto Gianluca, uno degli organizzatori di “Sardine alessandrine”. Quindi c’entrano Matteo Salvini, la Lega, e il centrodestra? «Una sterile protesta nei confronti del nostro leader» risponde, sempre qui a fianco, Mattia, leghista e assessore della giunta comunale di Alessandria.
Tra giochi di parte e polemiche, con i social incandescenti più che mai, anche nella nostra città le Sardine si sono fatte sentire. Venerdì 6 dicembre, infatti, un migliaio di persone hanno riempito piazza Marconi. Anche noi di Voce c’eravamo e abbiamo raccolto alcune impressioni. Entriamo in piazza e per primo incontriamo Vittorio, 29enne, che è lì perché ultimamente in politica «non si condividono idee, me vengono imposti slogan vuoti». Tra le Sardine anche Elisa, 28 anni: «È un’esigenza spontanea, una volontà di cambiare passo, i toni, il linguaggio e l’immagine del nostro Paese». Cambiamo lato della piazza ed età dell’intervistato. Davanti a noi c’è Federico, che di anni ne ha 69: «Ero qui nel Sessantotto e sono qui anche oggi. Ma le Sardine non sono una risposta politica, c’è bisogno di più». Mentre la manifestazione sta per finire e la piazza si svuota, facciamo ancora in tempo a parlare con Mariano, 62 anni. Perché piovono critiche? «Siamo in Italia: si critica tutto. Non si guarda mai al cuore del tema e si frammenta ogni cosa». Per Mariano questo movimento non è una soluzione: «Il vero cambiamento dovrebbe essere in ogni persona, sono le persone che devono cambiare per migliorare il Paese». Intanto, il giorno dopo la manifestazione di sabato 14 a Roma, 150 attivisti si sono incontrati e hanno definito i “punti” del movimento. Nei confronti della politica: niente liste, niente partiti, ma appoggio alla sinistra per le prossime elezioni regionali. «Continueremo a riempire le piazze e a lanciare messaggi di antifascismo, antirazzismo, contro l’odio verbale per arginare Salvini» ha commentato Mattia Santori dopo l’incontro. Proviamo a raccontarvi questa realtà, senza prendere posizioni o trarre conclusioni. Ma con un interrogativo di fondo: i movimenti come le Sardine possono essere una risposta ai problemi del nostro Paese? Buona lettura!
In cinque punti
speciale a cura di Alessandro Venticinque