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Se le elezioni si avvicinano… alle urne senza fiducia

Città nostra di Carlo Re

Politici, politica e cittadini comuni

Approssimandosi le elezioni, febbrile è l’impegno dei politici per accaparrarsi consensi e indurre la gente a votare. Ma cosa pensa “l’uomo della strada” dei nostri politici? Individui che agiscono solo per il proprio tornaconto; invece “l’uomo coscienzioso”: persone che si adoperano per il bene comune. In ogni caso i politici suscitano scarse simpatie, specialmente quando qualche parlamentare, in contrasto con le linee guida della formazione politica in cui è stato eletto, aderisce a un’altra, magari in opposizione, mentre l’onestà morale vorrebbe che l’interessato rinunciasse al proprio mandato o che la la sua formazione politica lo dichiarasse decaduto sostituendolo con chi lo seguiva in graduatoria, nel caso di elezioni con liste nominative. E aggravante è il fatto che pochi mesi di permanenza in parlamento gli darà diritto a una lauta pensione a carico dei contribuenti.


La nostra Costituzione, redatta da eminenti personalità del dopoguerra ed entrata in funzione il 1 gennaio 1948, cita all’art. 49: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente per concorrere con metodi democratici a determinare la politica nazionale” e all’art. 66: “Ciascuna Camera giudica i titoli di ammissione dei suoi componenti e delle sopraggiunte cause di ineleggibilità e incompatibilità”. E ancora il 67: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione e esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Un po’ nel vago; forse all’epoca gli “scambi di casacca” erano impensabili, mentre oggi qualche precisazione darebbe più stabilità alle Camere e convincerebbe gli elettori ad accostarsi alle urne.

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