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Il Coronavirus “invade” il mondo. Dobbiamo aver paura?

Facciamo il punto

L’epidemia di coronavirus sta spaventando il mondo (leggi anche Coronavirus, evitiamo allarmismi) . Il patogeno (nome scientifico del ceppo virale: SARS-CoV-2) ha avuto una rapida diffusione, spostandosi dalla Cina verso diversi altri Paesi, giungendo anche in Italia. Il virus sembra essersi diffuso a partire da Wuhan, ma la sua origine non è ancora stata chiarita del tutto dagli studiosi. Inizialmente, l’ipotesi più accreditata sosteneva che il virus si fosse annidato nel mercato alimentare della città cinese, in cui vengono vendute anche specie di serpenti e pipistrelli. Da questi animali sarebbe stato trasmesso all’uomo un tipo primitivo di coronavirus, in grado poi di mutare. Questa teoria sembrava confermata dal fatto che molti tra i primi contagiati lavoravano proprio in quel mercato. Gli scienziati cinesi, come riporta il South China Morning Post, stanno però abbandonando quest’idea. Sono sempre più convinti che il virus sia giunto a Wuhan dall’esterno, collocando i primi casi addirittura a novembre 2019 o prima. Il mercato avrebbe solamente aumentato le possibilità di contagio (leggi anche L’infodemia della paura).

Riguardo ai metodi di trasmissione, i primi studi evidenziano che avviene attraverso le goccioline del respiro di una persona infetta. L’epidemia, come sottolineato anche dalle istituzioni, non deve creare un clima di psicosi. Come si è visto negli ultimi giorni, però, le stesse misure di sicurezza introdotte dal Governo italiano, per esempio la chiusura settimanale delle scuole, tanto per citare una delle più eclatanti, causano inevitabilmente timori. Alcune volte ingiustificati. Basti pensare alle mascherine andate a ruba anche nelle farmacie di paese, quando invece il decalogo sul coronavirus (leggi anche L’intervista a monsignor Gallese sul coronavirus) prescrive di acquistarle solo se si è malati o si assiste un malato. Se si vuole affrontare il problema con razionalità e facendo buona informazione, è fondamentale attenersi ai dati. Per chi non è virologo, le cifre sono ad ora le uniche certezze che abbiamo, nonostante i contagi nel mondo siano in continuo aumento, così come i casi di guarigione e i decessi. Proprio per dare un’immagine della reale portata del virus nel mondo, in Europa, in Italia e in Piemonte, abbiamo raccolto le cifre principali sull’epidemia in corso (leggi anche Coronavirus: adesso i bambini sono a rischio?).

Marco Lovisolo

Le domande più frequenti, le risposte del Ministero della Salute

  • Che cos’è un coronavirus? (leggi anche Il coronavirus è solo una maledizione?)
    I coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (Mers) e la Sindrome respiratoria acuta grave (Sars). […] I coronavirus sono stati identificati a metà degli anni ’60 e sono noti per infettare l’uomo ed alcuni animali (inclusi uccelli e mammiferi). Le cellule bersaglio primarie sono quelle epiteliali del tratto respiratorio e gastrointestinale.
  • Quanto è pericoloso il nuovo virus?
    Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie. Raramente può essere fatale. Generalmente i sintomi sono lievi ed a inizio lento. Alcune persone si infettano ma non sviluppano sintomi né malessere. La maggior parte delle persone (circa l’80%) guarisce dalla malattia senza bisogno di cure speciali. Circa 1 persona su 6 con Covid-19 si ammala gravemente e sviluppa difficoltà respiratorie. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache. Al momento il tasso di mortalità è di circa il 2%. (Fonte Oms)
  • Come si trasmette il nuovo coronavirus da persona a persona?
    Il nuovo coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto stretto con una persona malata. La via primaria sono le goccioline del respiro delle persone infette ad esempio tramite: la saliva, tossendo e starnutendo; contatti diretti personali; le mani, per esempio toccando con le mani contaminate (non ancora lavate) bocca, naso o occhi.
  • Chi può contrarre l’infezione?
    Le persone che vivono o che hanno viaggiato in aree infette dal nuovo coronavirus possono essere a rischio di infezione. Attualmente il nuovo coronavirus sta circolando in Cina dove è segnalato il maggior numero di casi. Negli altri Paesi la maggioranza dei casi riportati ha effettuato recentemente un viaggio in Cina. Pochi altri casi si sono manifestati in coloro che hanno vissuto o lavorato a stretto contatto con persone infettate in Cina.
  • Quanto dura il periodo di incubazione?
    Il periodo di incubazione rappresenta il periodo di tempo che intercorre fra il contagio e lo sviluppo dei sintomi clinici. Si stima attualmente che vari fra 2 e 11 giorni, fino ad un massimo di 14 giorni.
  • È sicuro ricevere pacchi dalla Cina o da altri paesi dove il virus è stato identificato?
    Si, è sicuro. L’Oms ha dichiarato che le persone che ricevono pacchi non sono a rischio di contrarre il nuovo coronavirus, perché non è in grado di sopravvivere a lungo sulle superfici.
  • Devo indossare una mascherina per proteggermi?
    L’Oms raccomanda di indossare una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti o se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus (viaggio recente in Cina e sintomi respiratori). L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani. Non è utile indossare più mascherine sovrapposte.
  • Le donne in gravidanza sono più suscettibili alle infezioni o hanno un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di Covid-19?
    Non sono riportati dati scientifici sulla suscettibilità delle donne in gravidanza al virus. La gravidanza comporta cambiamenti del sistema immunitario che possono aumentare il rischio di contrarre infezioni respiratorie virali, tra cui quella da Sars-CoV-2. Inoltre le donne in gravidanza potrebbero mostrare un rischio maggiore di sviluppare una forma severa di infezioni respiratorie virali. Resta consigliato, anche per le donne in gravidanza, di intraprendere le normali azioni preventive per ridurre il rischio di infezione, come lavarsi spesso le mani ed evitare contatti con persone malate.

Fonte: Ministero della Salute

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