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«La fede è la nostra riserva di fiducia a cui possiamo attingere»

Intervista a don Roberto Davanzo

Don Roberto Davanzo è parroco della chiesa di Santo Stefano a Sesto San Giovanni, finito nelle cronache per via della notizia (smentita) di un 78enne contagiato dal coronavirus.

«Non c’è confronto con la situazione a Codogno e nel Lodigiano: la vita qui a Sesto San Giovanni va avanti in maniera regolare». Esordisce con parole di conforto e di buonsenso don Roberto. «La vita va avanti, la metropolitana lavora, apparentemente sembra vada tutto bene. Le scuole sono chiuse, quindi abbiamo una notevole presenza di ragazzi in giro per la città che riempiono gli spazi comuni. C’è una percezione di paradossalità: da un lato i bambini giocano per strada, la gente si ritrova nelle piazze ma non possiamo ospitare tutti loro negli oratori».

Come sta accanto ai suoi fedeli in questa situazione?
«Le persone che ho incontrato, da domenica (quando sono state sospese le messe) ad oggi, sono stati i miei collaboratori stretti. Parlando con loro non ho percepito una situazione di ansia e panico diffuso. In piena collaborazione con le autorità civili e sanitarie abbiamo sospeso il corso di fidanzati, che prevedeva una quarantina di persone. Ci aspettiamo che il prossimo weekend si possa celebrare regolarmente anche tenendo conto che inizia il tempo di quaresima».

Come sono cambiate le celebrazioni?
«Oggi pomeriggio (25 febbraio, ndr) ci sarà un funerale, il primo che celebriamo dalla sospensione di domenica sera. I miei colleghi sacerdoti mi raccontavano che le celebrazioni in accordo con la disposizione del comune non prevedono l’eucaristia, e che quindi la durata media si aggira sui 15 minuti».

Come sta attraversando questa situazione così complessa?
«Credo che il modo migliore per attraversare questo momento sia porsi con un atteggiamento di umiltà: i fatti dimostrano che basta una sciocchezza per mandare in crisi la nostra presunzione e il nostro affidarci alla tecnocrazia. La percezione limpida che ho è che siamo interconnessi tra uomini e con la natura, come ha più volte ricordato il Papa. Ogni atteggiamento di chiusura localistico o sovranista è miope perché ci sono delle connessioni tra di noi. Possiamo erigere tutte le barriere che vogliamo, ma queste come abbiamo visto possono essere agilmente scavalcate da un virus o dall’inquinamento atmosferico come è avvenuto in passato con il caso della centrale di Chernobyl. Io personalmente poi sono solidale e obbediente alle autorità politiche e sanitarie del paese, e faccio tutto quello che è in mio potere per garantire la sicurezza dei cittadini».

Perchè nella nostra vita c’è tutto questo spazio per la paura?
«La strategia della paura è una delle tecniche politiche più usate da chi vuole sfruttare la pancia della popolazione: è stata sbandierata nei confronti del fenomeno migratorio, ma ne troviamo traccia anche nell’antico testamento: gli israeliti non entrarono nella terra promessa perché ricevettero descrizioni inquietanti delle popolazioni che la abitavano (cfr. Numeri 13-14). Questa strategia, cavalcata da abili politici, ha portato a episodi incresciosi come i cinesi insultati e presi a sassate nei giorni scorsi. “Chi semina vento raccoglie tempesta”, sempre per citare la Bibbia».

Le persone che stanno attraversando questo momento, dove collocano Dio nelle loro vite?
«Sicuramente in situazioni come queste avere Dio al proprio fianco e nel proprio cuore aiuta, ma anche i credenti non sono totalmente esenti dal sentimento della paura. Anche per i credenti la fede in Dio non è sempre garanzia di riuscire a dare un giudizio “sano” sulla realtà. Continuare a tradurre la fede in Dio provvidente in un modo di guardare al mondo con occhi diversi è un cammino costante».

Che brani del Vangelo, che esempi, che parole usa per confortare le persone?
«Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore (Lc 12,32-48). La comunità cristiana è sempre stata segnata da momenti di preoccupazione, ma la fede è la nostra riserva di fiducia a cui possiamo attingere».

Zelia Pastore

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