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A Quargnento da Paola Porzio

La Basilica di San Dalmazio e l’arte di Carrà: immagini di un paese vivo

Le camminate in campagna, il percorso con le litografie del pittore Carlo Carrà, il gemellaggio con Coubon: andiamo a scoprire Quargnento con gli occhi del Sindaco (leggi anche A Rivarone da Elisabetta Tinello).

Chi le vuole bene, dice di lei che è disponibile, «sempre presente per la famiglia (un marito e due figli, ndr) e che sono una persona sincera». Un suo difetto invece è che «mi fido troppo delle persone, mi “affido” a loro e talvolta non è la scelta giusta» Paola Porzio è nata il 27 aprile del 1961 e ha ricevuto il battesimo a fine maggio: è sindaco di Quargnento dal 28 maggio 2019. «La mia squadra del cuore? La Juventus, perché io ho un fratello gemello che da piccolo amava il Milan, e io dovevo sempre fare il contrario. Quindi ho scelto la Juve: il papà la adorava». Quando ha del tempo libero – solo in vacanza – le piace «andare in montagna a sciare oppure al mare a nuotare. Cerco di essere sportiva». Non ha un libro preferito, ma le piacciono molto i romanzi e i libri avventurosi «come quelli scritti da Dan Brown e Ken Follet». L’ultimo che ha letto è quello della giornalista Lilli Gruber “Inganno – Tre ragazzi, il Sudtirolo in fiamme, i segreti della Guerra fredda” (Rizzoli).

 

Intervista al sindaco di Quargnento (leggi anche A Felizzano da Luca Cerri)

Il «luogo del cuore» della sua città?
«A me piace molto la campagna: mi piace camminarci dentro. Quando faccio una passeggiata immersa nella natura e da lontano vedo il campanile della chiesa, sento pace e serenità».

La chiesa più bella del paese dov’è? Lei ci va ogni tanto?
«La più bella, nonché l’unica che c’è a Quargnento è la Basilica di San Dalmazio: al suo interno ci sono opere d’arte importanti, come quelle del Gandolfino da Roreto. Le sue quattro navate sono bellissime: è una chiesa molto grande, che a chiunque ci entri dà la percezione di essere in un posto importante, dove si sosta volentieri. Io di solito ci vado la domenica: provengo da una famiglia di credenti, per me e mio fratello è indispensabile andare a messa fin da piccoli».

Se venisse lo zio d’America, dove lo porterebbe?
«Sicuramente gli farei fare il percorso con tutte le opere del pittore Carlo Carrà che abbiamo esposto per le vie del paese, fino a portarlo alla sua casa natale. Si tratta di una casa privata ma chiederei al proprietario il permesso di visitarla. Poi lo porterei a pranzo all’Osteria delle Zucche Vuote, leggermente in collina, da cui si può ammirare una bella veduta anche su Alessandria. I proprietari hanno sia piatti tradizionali che tante particolarità (come il «risotto all’acquarello» con porri, taleggio, polvere di noci e purea di pere).

Quali sono gli eventi clou della vita di Quargnento?
«La sagra della melanzana, immancabile appuntamento enogastronomico organizzato dall’Anspi e dalla Pro Loco per l’ultimo weekend di agosto. Si tratta di tre serate con piatti tipici tutti ovviamente a base di melanzana e intrattenimento musicale in piazza, con tanto di giostre per i bimbi. Il 24 maggio invece organizziamo l’estemporanea di pittura di Carlo Carrà. Una bella iniziativa che ci tengo a sottolineare è il gemellaggio con Coubon, città francese, che consente a ragazzi tra gli 11 e i 15 anni di andare una settimana all’anno (nel mese di luglio) a vivere in famiglie francesi che hanno in casa loro coetanei. In quella settimana vengono organizzate diverse attività culturali e sportive: l’anno dopo saranno i francesi a essere ospitati in Italia».

Come mai ha deciso di fare il sindaco?
«Io facevo già parte della lista civica, nella giunta dell’ingegner Benzi. Ci abbiamo ragionato per molte serate: io avevo il desiderio di portare avanti tutte le opere che abbiamo intrapreso con tutto il gruppo, per questo mi sono candidata. Tutto il gruppo che ha lavorato con l’ingegner Benzi si è presentato compatto, cerchiamo di dare seguito a tutte le iniziative che abbiamo iniziato insieme».

Cosa pensa dei provvedimenti presi dal Governo per l’emergenza coronavirus?
«Sono provvedimenti che dovevano essere presi: creano dei disagi sostenibili nella quotidianità e soprattutto sono assolutamente indispensabili per evitare il collasso del sistema sanitario. Abbiamo dato informazioni in merito alle regole da seguire a tutte le attività commerciali che si devono attenere scrupolosamente. Abbiamo anche allertato tutti i volontari della Protezione civile che sono pronti ad intervenire in caso di necessità per supportare le persone in quarantena domiciliare. Come sindaco, per stare in contatto con tutti gli amministratori uso gli strumenti multimediali, mentre per quanto riguarda il mio lavoro di privata cittadina faccio parte di una grande azienda e non ho possibilità di fare lo smart working (la possibilità di lavorare anche da casa, ndr). La vivo con apprensione e un po’ di preoccupazione».

Zelia Pastore

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