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Una Domenica delle Palme diversa

“Il punto di vista” di Adriana Verardi Savorelli

Andrà bene se lasciamo il superfluo per riscoprire l’essenziale

Una domenica delle Palme diversa: anno 2020, la ricorderemo! …

Qui, ad Ascoli, le campane della chiesa dei francescani suonano una sola volta alle ore 8.30; un annuncio atteso per il popolo dei credenti che non può riempire i banchi del sacro edificio e deve restare ancora in casa secondo le disposizioni del governo per evitare il diffondersi del contagio da coronavirus. Nostalgia del vivere insieme i grandi eventi! Apro la porta finestra e guardo oltre la terrazza sul cortile, tutto tranquillo in un’atmosfera irreale, silenzio intorno…

La “mia” montagna bellissima e immacolata è baciata dal sole, là, lontana tra le case degli uomini. Rientro e sto per iniziare i miei lavori quotidiani, ma sento un rumore strano… Qualcuno mi ha seguito, mi volto e vedo un piccione che con le ali spalancate si posa sul tavolo. Un ospite inatteso! Sono sorpresa per l’ardire di questo intruso che entra senza permesso. Lo mando via, ma lui, per niente impaurito, aspetta sulla terrazza. Nel pomeriggio guardo, nel giardino condominiale, il verde del prato trapunto di piccole margherite, le rose che fra non molto sbocceranno, gli oleandri e nascosto all’ombra di un cespuglio un bel gatto beatamente sonnacchioso che non si sposta per niente, siamo amici da un po’ di tempo, i suoi occhi curiosi mi scrutano. Alzo lo sguardo, il cielo azzurro, il sole caldo.

Quando finirà questa pandemia? Signore, pensaci tu! Gli occhi tornano sulla terra… Sul marciapiede della strada una vecchia signora cammina lentamente, ogni tanto si ferma. Arriva lesto un uomo in tuta sportiva, la mascherina sul volto, con il suo cane al guinzaglio smanioso di correre. Vanno su per la strada in salita, spariscono in un baleno. Si alza un leggero venticello che fa sventolare il verde, il bianco e il rosso della nostra bandiera italiana, là sulle terrazze cittadine. Qualcuno s’affaccia alla finestra, sconsolato parla con il vicino: «Hai sentito, è morto quel bravo medico a causa del dannato virus…». Passa qualche automobile: alla guida volti coperti, solo visibili occhi attenti.

Un ragazzo, affacciato sulla terrazza, s’intrattiene gesticolando in una lunga conversazione telefonica. Un cane abbaia irrequieto e note canzoni si perdono nello spazio. L’albero dell’albicocco è tutto in fiore e la forsizia ondeggia ad ogni folata. Gli uccelli cinguettano instancabili, si spostano da un ramo all’altro del pompelmo che sta nel giardino, poi volano via. Ancora un po’, finché dura la luce del pomeriggio di quest’ultima domenica di Quaresima, diversa nella sua quotidianità.

Un tempo sospeso nell’attesa del gran giorno: la Santa Pasqua. Nostro Signore Gesù Cristo è morto e poi è risorto. Dai nostri mali noi risorgeremo con Lui. La speranza non ci abbandona e tutto andrà bene se io, tu, noi, loro, se tutti ci convertiremo alla buona vita e abbandoneremo il superfluo per riscoprire l’essenziale.

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