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Il canonico Giuseppe Prelli

“Alessandria racconta” di Mauro Remotti

Giuseppe Prelli nasce ad Alessandria il 4 giugno 1822 da Antonio e Teresa Figarolo. Intrapresa la via del sacerdozio, è prima canonico nella Collegiata del Carmine, poi della Cattedrale, infine Protonotario Apostolico e cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro. Particolarmente sensibile alle questioni sociali, ricopre le cariche di responsabile degli Orfani e tesoriere delle Opere Pie. Quando la cugina Teresa Grillo Michel – prostrata per la perdita repentina della madre e del marito – gli chiede conforto, le consiglia di recarsi a Torino alla Piccola Casa di Giuseppe Cottolengo. Tale visita si rivelerà determinante nella scelta della futura madre Michel di consacrarsi alla cura dei poveri e fondare il Piccolo ricovero della Divina Provvidenza.

Il 9 gennaio 1879, su iniziativa del vescovo Pietro Giocondo Salvaj, nasce il settimanale cattolico diocesano Verità e Fede (il primo in Piemonte e il terzo in Italia), e don Prelli ne assume la direzione. Sebbene gli altri giornali cittadini non apprezzino il nuovo periodico, definendolo un «giornale pretino» il direttore difende con forza la linea editoriale. Nel libro “1879-2009: Centotrent’anni tra la gente”, Ezio Gabutti evidenzia come Prelli «porta avanti, in modo coraggioso, le problematiche del periodo.

Parla di scuola e la difende dai tentativi di laicizzazione in atto, segue e accompagna i primi nuclei di azione sociale e cattolica, pubblica integralmente – e siamo nel 1891 – la Rerum Novarum». Da allora il nome della testata è cambiato diverse volte: tra gli altri “L’Ordine” e poi “La libertà”, sino all’attuale “La voce alessandrina” (leggi anche Buon compleanno! I primi 140 anni di Voce).

Il canonico Prelli, oltre a dedicarsi all’insegnamento del latino nelle scuole civiche, è anche uno studioso del vernacolo locale. Con molta cura compila il Saggio di un vocabolario alessandrino metodico e alfabetico, pubblicato nel 1903 per i tipi di Jaquemond. Nella prefazione l’autore spiega il metodo usato per la stesura, ponendo l’accento, in particolare, sulle differenze di pronuncia tra gli abitanti del centro cittadino e quelli residenti in altri rioni: «Quanto all’ortografia delle parole, che ho qui raccolte, dirò che m’attenni al modo in cui sono pronunciate dai negozianti, e da tutte le persone civili che dimorano, direi, nel centro della città, e non a quello, in cui le pronuncia il volgo dimorante negli orli della città stessa, come nelle parti di Arzola, di S.Baudolino, ecc., e che le pronuncia quasi come gli abitanti dei Corpi santi».

Giuseppe Prelli scompare, all’età di ottantadue anni, il 2 marzo del 1904.

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