Home / Rubriche / La recensione / Quale riforma per la Chiesa?

Quale riforma per la Chiesa?

“La recensione” di Fabrizio Casazza

“Quale riforma per la Chiesa?”. È l’impegnativa domanda che fa da titolo all’ultimo lavoro di monsignor Giacomo Canobbio, ex presidente dell’Associazione Teologica Italiana (Morcelliana, pp 190, euro 18). Rielaborando temi emersi durante le lezioni, il teologo bresciano spiega che sia l’esperienza apostolica sia quella successiva non possono essere figura compiuta di Chiesa poiché nessuna epoca è definitiva e quindi non si tratta di riprodurre meccanicamente un modello.

«All’interno della Chiesa esiste quindi una tensione insopprimibile tra la sua forma concreta e l’azione dello Spirito: quel che si “vede” è già frutto dello Spirito Santo, se e quando corrisponde alla figura di Gesù, ma non è ancora tutto ciò che lo Spirito deve e vuole produrre» (p. 23). Che dire dell’espressione patristica «casta meretrix» riferita alla comunità cristiana? Essa serve «non può essere intesa come se indicasse che la Chiesa resta in quanto tale peccatrice. […].

Essa resta “santa”, ma non solo perché custodisce gli strumenti di santificazione, bensì soprattutto perché essa partecipa, per dono, della santità di Dio mediante lo Spirito» (p. 75). Riformare, dunque, significa ritornare alla forma antica e genuina.

In ogni caso la fede si dice in un contesto storico particolare. Per questo, «più che parlare di nuove forme per dire la dottrina di sempre, si dovrebbe parlare di un processo – mai compiuto – di comprensione più ampia e quindi di acquisizione di aspetti della dottrina, che nel passato, stante le congiunture storiche, non potevano essere colti e insegnati» (p. 152).

Il brocardo Ecclesia semper reformanda «serve a ricordare che nella storia la figura compiuta della Chiesa esiste solo nell’immaginario» e che il suo elemento stabile risiede non in una particolare organizzazione ma nel «popolo dei salvati, di coloro cioè che mostrano nel loro stile di vita la potenza straordinaria del Vangelo» (p. 182).

Insomma, sostiene monsignor Canobbio, riformare la Chiesa significa innanzi tutto riformare sé stessi con una conversione a quanto trasmesso dalla Parola di Dio e dalla vita del Cristo, confidando nella luce e nella forza del suo Spirito, adattando le varie modalità di comprensione e di partecipazione alla luce del messaggio che ogni epoca porta con sé.

Leggi altri articoli de “La recensione”:

Check Also

Polenta concia: i segreti di Chef Giorgio di Favorite!

IN CUCINA CON FAVORITE! Polenta concia… top! I segreti dello chef Giorgio Nel menù del …

%d