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Che cosa rende “bella” la vacanza?

L’Editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori,

spero possiate trascorrere delle belle vacanze. Ognuno di noi ha in mente come devono essere le sue: riposo, svago, sport, viaggi… o semplicemente rimanere a casa. Però, quando dico a qualcuno “buone ferie” sento una insincerità nelle mie parole, proprio perché non sempre le cose sono belle, o vanno come vorremmo: l’albergo sporco, i figli capricciosi, il maltempo e altro ancora.

Mi chiedo, allora: cosa rende una vacanza veramente “bella”? Provo a rispondere con le parole di un sacerdote che ho amato (e amo) moltissimo, don Luigi Giussani: «Quello che una persona – giovane o adulto – veramente vuole lo capisco non dal lavoro, dallo studio, cioè da ciò che è obbligato a fare, dalle convenienze o dalle necessità sociali, ma da come usa il suo tempo libero. Se un ragazzo o una persona matura disperde il tempo libero, non ama la vita: è sciocco. La vacanza, infatti, è il classico tempo in cui quasi tutti diventano sciocchi. Al contrario, la vacanza è il tempo più nobile dell’anno, perché è il momento in cui uno si impegna come vuole col valore che riconosce prevalente nella sua vita, oppure non si impegna affatto con niente e allora, appunto, è sciocco».

Continua don Giussani: «Questo vuol dire che la vacanza è una cosa importante. Innanzitutto ciò implica attenzione nella scelta della compagnia e del luogo, ma soprattutto c’entra con il modo in cui si vive: se la vacanza non ti fa mai ricordare quello che vorresti ricordare di più, se non ti rende più buono verso gli altri, ma ti rende più istintivo, se non ti fa imparare a guardare la natura con intenzione profonda, se non ti fa compiere un sacrificio con gioia, il tempo del riposo non ottiene il suo scopo. La vacanza deve essere la più libera possibile. Il criterio delle ferie è quello di respirare, possibilmente a pieni polmoni».

Solo con questo sguardo posso augurarvi… Buone vacanze!

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