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Un “gelo” demografico

“Fede e medicina” di Franco Rotundi

La crisi demografica in Italia, un enorme e talvolta misconosciuto problema, già molto prima della pandemia, subirà un ulteriore aggravamento nei prossimi mesi e anni. Non abbiamo ancora i dati definitivi del 2020; nell’anno precedente però si era già registrato un record negativo di nascite: le proiezioni di questo anno orribile, dopo alcune puerili iniziali comunicazioni mediatiche su bimbi nati durante la pandemia, sono ancora più funeste verso il gelo demografico.

Abbiamo visto che le oramai remote cause di questo problema non sono meramente “economiche”, ma hanno radici soprattutto culturali e sociali. Se è vero che i poveri possono avere difficoltà a mettere al mondo figli, vediamo che da molti anni anche i cosiddetti benestanti, che non sono pochi in Italia, non scelgono più la famiglia, tantomeno “numerosa”: i figli non sono più affatto una “priorità”: il successo, il divertimento, i viaggi, ancorché sempre più effimeri, hanno sostituito il valore-progetto primo di una società e Nazione che possa avere un futuro: la famiglia ed i figli.

In questo quadro che ruolo può avere la Medicina? Abbiamo visto come creare una mentalità clinica di un certo tipo sia importante anche come risvolto sociale: per esempio il considerare come causa prima dell’infertilità di coppia gli stili di vita, come l’età avanzata della scelta di procreare, non solo da parte femminile, associate alla prolungata contraccezione, alle infezioni pelviche ricorrenti femminili, date soprattutto dalla promiscuità. Considerazioni cliniche che non casualmente coincidono con comportamenti sociali, come nel caso di altre malattie, come quelle cardiovascolari.

Inoltre, le soluzioni offerte dalla medicina, come la fecondazione assistita in vitro, oltre a essere moralmente discutibili, sono clinicamente non soddisfacenti per varie ragioni. Anche la precarietà sociale, aumentata con le misure Covid, non fa altro che diminuire il progetto di “legame” e le nascite, al di là delle situazioni puramente economiche. Autorevoli e laicissimi gruppi di studio (vedi Fondazione Onda) hanno individuato proprio nella “provvisorietà” dei legami tipo convivenza, al posto del matrimonio, una delle prime cause di “infertilità”.

L’incertezza psicologica e affettiva, unità alla paura di un impegno consapevole, e all’abbandono del valore primo: la vita come dono, hanno questo effetto devastante, che corrisponde al satanico disegno dell’azzeramento delle nascite. Dire questo: da medici, affidandosi sempre alla Madonna.

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