“I nostri sacerdoti rispondono”
Domenica 31 gennaio il Vangelo che ascolteremo è Mc 1,21-28: “Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. Nel testo si racconta di Gesù che predica nella Sinagoga di Cafarnao e dello spirito impuro che il Signore scaccia dal corpo di un indemoniato.
«Mi ha sempre stupito questo tema dell’uomo posseduto dallo spirito impuro, che una volta uscito si mette a dialogare con Gesù: non ho mai capito di che cosa si tratti esattamente. Che cosa sono gli spiriti impuri? Io non ne ho mai visto uno né tantomeno ci ho parlato. Mi aiuterebbe a capire meglio?».
Don Giuseppe Biasiolo, parroco di Bosco Marengo e Frugarolo, ci aiuta a fare chiarezza.
«Anch’io non ho mai conosciuto spiriti impuri, non li ho mai visti e non ci ho mai parlato. Sgombriamo il campo da un possibile fraintendimento, che deriva dal nostro retroterra culturale sul sesto comandamento, “non commettere atti impuri”: in questo caso il sesso non c’entra.
Lo spirito impuro non è tale perché induce a compiere comportamenti sessuali scorretti: lo spirito è impuro perché provoca impurità rispetto all’appartenenza al popolo eletto, cioè provoca malessere, una deformazione nei comportamenti, tutti aspetti che evidenziano una non-appartenenza del soggetto al popolo eletto. Tant’è vero che per essere ri-ammessi nel popolo eletto, costoro dovevano ricevere il lasciapassare dai sacerdoti.
Vi ricordate l’episodio del del cieco nato? I discepoli di Cristo rivolgono questa domanda al maestro: “ma ha peccato lui o i suoi genitori perché nascesse cieco?”. La cecità del soggetto viene attribuita come causa dei peccati suoi o dei suoi genitori, quindi a un’azione dello spirito impuro che ha reso il soggetto non degno di appartenere al popolo eletto.
Quando Cristo lo guarisce, lo manda appunto dai sacerdoti a farsi riammettere nel popolo eletto. Probabilmente questo soggetto davanti a Cristo nella sinagoga di Cafarnao si dibatteva un po’ come un epilettico: Cristo lo libera e dimostra così di essere lui il vero lasciapassare per l’appartenenza al vero popolo eletto».
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