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Alimentazione infantile oggi (prima parte)

La pediatra Sabrina Camilli

Nel paese che ha regalato al mondo la dieta mediterranea, la realtà della dieta infantile è piuttosto desolante. I bambini italiani infatti sono poco attivi e mangiano male: 1 su 5 è in sovrappeso e 1 su 10 obeso. Come si legge sul sito dell’Iss, «L’Italia è tra i Paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare con una percentuale di bambini in sovrappeso del 20,4% e di bambini obesi del 9,4%, compresi i gravemente obesi che rappresentano il 2,4%. Sono i dati relativi al 2019 elaborati da “OKkio alla salute“, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e Promozione della Salute (CnaPps) dell’Iss, che è stato di recente designato come centro di riferimento Oms sull’obesità infantile».

Ma come siamo arrivati in questa condizione? E soprattutto, come possiamo uscirne? Abbiamo chiesto lumi alla nostra pediatra di riferimento, Sabrina Camilli.

Dottoressa, in campo alimentare che cosa vede oggi di diverso rispetto ai suoi pazienti “del passato”?

«Inizio con il dire ciò che accomuna il bimbo di 20, 30 anni fa con quello di oggi e cioè il loro poco amore per la frutta ma soprattutto per la verdura. Oggi come ieri, i bimbi consumano poco volentieri la colazione. E la maggior parte di loro, ieri come oggi, adora il cioccolato. Le differenze le ritroviamo forse nel fatto che ora alcune mamme, rispetto ad una volta, cucinano di più torte fatte in casa – principalmente con la situazione che si è venuta a creare a causa del lockdown – e alcuni di loro quindi consumano cibi più genuini: purtroppo si tratta di una percentuale ristretta rispetto al totale».

Quali sono gli errori alimentari più grossi che ravvisa?

«Principalmente, poco consumo di frutta e verdura ed eccessiva presenza in tavola di cibi calorici ricchi di zuccheri e grassi. Noto anche una eccessiva presenza di bevande edulcorate e anche eccitanti, come quelle contenenti teina e caffeina, ma anche poche o troppe proteine».

Potrebbe specificarci meglio il tema delle proteine?

«Capita che alcuni genitori, in assoluta buona fede, diano al proprio bimbo il primo a pranzo e un secondo a cena. Ma i bambini, fino all’età dell’adolescenza, devono mangiare pasti che contengano carboidrati grassi e proteine in maggiore quantità nella prima parte della giornata, dove si ha un maggior consumo calorico, e meno a cena. Inoltre sempre meno viene seguita nei paesi del Mediterraneo proprio la dieta mediterranea ricca di frutta, verdura e olio extravergine di oliva, che è stata dichiarata nel 2010 patrimonio immateriale dell’Unesco. I nostri bambini si stanno progressivamente allontanando dalle sane abitudini per seguire la cosiddetta “Western Diet”, ricca di cibi spazzatura, tossica per intestino e di conseguenza per la salute. Questo tipo di dieta aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2, ipertensione, sovrappeso, obesità che compongono la “sindrome metabolica”. L’alimentazione è importantissima per combatterla».

E ci sono invece dei miglioramenti rispetto al passato? Se si, quali?

«Sicuramente alcuni genitori oggi cercano di dare ai propri figli cibi più genuini e se possibile “a km 0”. Non è una cosa possibile per tutti ma spero che col tempo diventi sempre più fattibile anche nelle grandi città».

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