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Combattere la sedentarietà fin da bambini

La pediatra Sabrina Camilli

«I bambini hanno perso confidenza, competenza e motivazioni nel fare attività fisica con interesse ed entusiasmo: siamo all’analfabetismo sportivo»: è quanto si legge in un nuovo report pubblicato sul numero estivo del Journal of the american college of sports medicine, riportato dall’agenzia Ansa. Ma questa situazione desolante descritta dalla rivista scientifica, corrisponde a realtà? Lo abbiamo chiesto alla nostra pediatra Sabrina Camilli, per capire assieme a lei questo fenomeno e soprattutto come intervenire.

Dottoressa, è vero che i nostri bambini non hanno più “l’argento vivo” addosso, che sono più pigri e sedentari, le risulta?

«Purtroppo è vero. Molti dei nostri bambini, soprattutto quelli che vivono in città, si muovono poco. Sono infatti sin da piccoli abituati ad essere “scarrozzati” in passeggino e poi in auto o a essere parcheggiati davanti ad una televisione o ad un cellulare. Si muovono molto meno, specialmente quando iniziano la scuola elementare. Già nel 2019, 2 bambini su 5 trascorrevano più di 2 ore al giorno in attività sedentarie. Ora poi con la pandemia, con la chiusura di palestre e le piscine, chi poteva compensare questa carenza con l’attività sportiva nelle ore extrascolastiche non lo può più fare».

E come possiamo contrastare questo fenomeno, anche in un periodo complicato come questo?

«Se possibile, i bambini dovrebbero poter raggiungere la scuola a piedi o in bici: in generale dovrebbero camminare di più. Gli studi consigliano per i bambini almeno 7000 passi al giorno, ma molti di loro ne fanno sicuramente solo la metà, pur mantenendo alto l’introito calorico. Un punto di partenza semplice e alla portata di tutti è cominciare ad evitare di prendere l’ascensore e salire le scale a piedi. Inoltre è importante abituare il bambino di ambo i sessi a muoversi in casa, aiutando nelle faccende domestiche con piccole e semplici mansioni».

Quante ore di movimento dovrebbe fare un bambino dell’asilo? E uno delle elementari?

«A questo proposito riporto le indicazioni dell’Oms aggiornate al 2019, per la prevenzione della sedentarietà e dell’obesità, tanto in aumento in questi ultimi decenni. I bambini nel primo anno di vita dovrebbero passare più tempo in movimento e meno seduti su seggiolini, passeggini etc (e comunque non più di un’ora al giorno). Bisogna educare i lattanti al gioco di movimento, mettendoli prima a pancia in giù, almeno 30 minuti – ovviamente non consecutivi – durante la giornata, nelle ore in cui sono svegli. Bisogna assolutamente evitare la visione da parte loro di schermi e soprattutto quello dei cellulari e tablet. Si è visto infatti che ciò interferisce con la neuroplasticità cerebrale, rallentandola. La neuroplasticità viene invece sollecitata dall’ascolto e dalla relazione con chi (mamma, papà o nonni) gli può raccontare favole e storie. Dall’anno in poi ai bimbi sono consigliate almeno 3 ore al giorno di movimento. Dai 2 ai 5 anni, è meglio non superare il tempo di un’ora davanti a tv e schermi di vario tipo. I bambini dai 5 anni in su, sino all’adolescenza, dovrebbero svolgere un’ora di attività fisica alla settimana (da moderata a vigorosa, soprattutto aerobica) e tre volte alla settimana più vigorosa».

Come “convincere” bambini e ragazzi che fare sport è meglio che guardare la tv e il cellulare?

«Bisogna educarli ed abituarli sin da piccoli al movimento e all’attività: quando sono ormai grandi è difficile far cambiare loro le abitudini. E poi, come ricordo spesso, l’esempio è importante. In questi tempi difficili e di restrizioni abituiamoli a fare insieme passeggiate quotidiane, raccontando loro aneddoti, storie, racconti o facendo loro ascoltare della musica. La colonna sonora prescelta può fungere da accompagnamento anche nel movimento e nella danza – dove vanno benissimo anche passi rudimentali – spostando magari qualche tavolino nel poco spazio a disposizione in casa. L’attività fisica aumenta la sensazione di benessere e rinforza il sistema immunitario: è quindi più che mai fondamentale in questo momento».

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